L'intervista del direttore Demuru

Patrizia Mercuri, dirigente scolastico dell’istituto comprensivo San Donato, punta sulla scuola e si proietta in un futuro prossimo, senza dispersione scolastica

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  Grido d’allarme per una scuola che si sta sgretolando. Patrizia Mercuri, di Sassari, dirigente dell’istituto comprensivo San Donato, ha un piano d’azione. Che si sviluppa in dieci punti e ricalca quelle che sono le intenzioni di un PD unito. Anzitutto chiarisce: “Venendo dal mondo della scuola le mie competenze riguardano quel comparto”. Idee innovative, che partendo proprio dalla scuola toccano tanti punti che potrebbero veicolare i giovani. La Dottoressa Mercuri prosegue: “Viste determinate situazioni la scuola ritengo sia il volano per un futuro migliore.

  Dei punti che vorrei toccare il primo è senza dubbio quello che la Sardegna abbia una sua legge sull’autonomia. Sinora si è andati avanti troppo lentamente. Poi bisognerà provvedere al problema che lo spopolamento porterà alla chiusura di tante scuole e questo non è certo un punto a favore della nostra Regione. La geografia della Sardegna non è lineare, vi sono dei comparti sovraffollati ed altri che invece hanno un vuoto preoccupante. Non è bello che i giovani continuino ad andare via. Per essi sarà necessario avere delle politiche attive e agevolare la mobilità giovanile. Senza dimenticare l’attivazione di uno spazio psicologico, di ascolto, per prevenire fatti come quello del ragazzino che si è buttato dalla finestra per aver preso un due a scuola. Cose che al giorno d’oggi non devono assolutamente accadere e sono inconcepibili”. Patrizia Mercuri continua a battere sul tasto scolastico, che le sta particolarmente a cuore: “Importante estendere il tempo pieno nelle scuole. Ancora non è esteso in tutta la Sardegna e particolarmente al centro ed al sud dell’isola. Quindi è fondamentale costruire spazi nelle scuole, con innovazioni dal punto di vista metodologico. Bisogna invogliare gli alunni a venire a scuola. La nostra, di San Donato, è stata inserita nel piano di Resilienza ed avremo una nuova struttura che sarà costruita nel quartiere di Santa Maria, uno dei più colpiti dal degrado”. 

  E poi la “Scuola Montessori”. Entrando in una scuola Montessori ciò che maggiormente salta agli occhi è il movimento dei bambini nello spazio. I piccoli, infatti, di solito non sono raggruppati in una stanza o su un tappeto per svolgere attività condivise, ma si muovono liberamente in uno spazio comune – come a casa – svolgendo le proprie occupazioni, aiutandosi quando ce n’è bisogno, stando vicini o lontani a seconda del proprio volere. In una scuola montessoriana è quindi normale vedere nello stesso momento un bambino che dipinge mentre un altro ritaglia, una bambina che affetta una banana e un’altra che lavora con le aste numeriche, qualcuno che scrive o disegna e qualcun altro che raccoglie foglie in giardino. Questo perché il movimento è libero, purché costruttivo e rispettoso degli altri e dell’ambiente. Conclude Patrizia Mercuri: “Ci tengo inoltre ai “Percorsi Academy”, laddove il ragazzo viene instradato nel mondo del lavoro senza passare per l’Università. Grazie a questa opzione si arricchisce di una specializzazione che gli servirà in futuro. In questo contesto agricoltura e pastorizia potrebbero essere delle importanti valvole di sfogo”.