Sassari: un unica struttura per la cura del Covid - Appello dal sindacato

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  “Le strutture ospedaliere scoppiano a causa dell’emergenza Covid 19 , ma a Sassari non sono stati ancora individuati percorsi “sigillati” per tutelare pazienti ed operatori sanitari. Per questo motivo l’FSI ha inviato una lettera urgente al Commissario Straordinario, al Direttore Sanitario e al Responsabile. Servizio Professioni Sanitarie dell’ AOU, con la quale viene prospettata una possibile soluzione al problema: potenziare il personale e concentrare tutta la filiera sanitaria che combatte contro il Covid in un’unica struttura in modo da evitare di contaminare il resto”.

   Lo sostiene la Segretaria territoriale dell’FSI Mariangela Campus che aggiunge : "Le criticità dovute alla seconda ondata di contagi per Sars-Cov2, che ha portato a superare oltre i cento ricoveri a causa del virus solo nell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Sassari, hanno impedito al personale di alcuni reparti Covid di sottoporsi al tampone dopo il rientro dalle ferie (come da circolare interna), ma anche dopo l’apertura del reparto Covid, pertanto è urgentissimo provvedere allo screening ogni 7/10 giorni e che gli esiti vengano comunicati in breve tempo.

   Il personale infermieristico inoltre, lamenta lo spostamento d’imperio ai reparti Covid (anziché su base volontaria come avviene per i medici), e questo porta all’indebolimento dei reparti dove si ha la titolarità limitando così anche la risposta all’utenza. Inoltre non fruisce di un’adeguata formazione per fronteggiare la pandemia e a livello decisionale si commettono errori dovuti alla fretta come quello che avevamo segnalato in aprile , relativo alla trasformazione del reparto di neurologia in Covid.

   Una unità operativa che non avendo doppioni (è presente una solo neurologia a fronte di tre chirurgie) mette a rischio l'assistenza dei pazienti neurologici che già si ammalano o si aggravano indipendentemente dal Covid-19. “Ecco perché è necessario potenziare urgentemente l’organico prediligendo, per i reparti Covid, personale senza limitazioni e giovane, reclutando, inoltre (considerando che l’organico era già carente per i ricoveri normali), personale sanitario dall’esterno all’Azienda Ospedaliera perché le unità operative sono allo stremo delle forze, lavorando anche 45/50 ore alla settimana.

   I reparti più coinvolti per carichi di lavoro sono: geriatria, pneumologia, neurologia, clinica medica e le medicine. Sarebbe più adeguato e proficuo infine, avere tutti i reparti Covid nello stesso edificio in modo da non contaminare le strutture ospedaliere afferenti all’AOU e poter garantire i percorsi di cura ai pazienti cronici i quali, già durante la prima ondata della pandemia arrivavano al pronto soccorso gravemente scompensati” conclude Mariangela Campus.