La Sassari Alghero: strada unica anche se divisa in 4 lotti
L’ultimo stop subito dal Lotto 1 della quattro corsie Sassari-Alghero,
dopo un’istruttoria davvero
lunghissima anche per una strada, con prescrizioni formulate dalla
Commissione VIA e conseguenti
adeguamenti ed integrazioni apportate al progetto originario
dall’ANAS, pare dare corpo al
sospetto che dietro tutto questo ci siano ragioni politiche più che
tecniche, atte ad impedire che
venga portata a termine quest’opera pubblica così importante per il
tutto il Nord Ovest Sardegna.
Pensare che una strada, a quattro corsie nei suoi 23 km già completati
ed aperti al traffico, possa
proseguire nei suo ultimo tratto di 4 km a due corsie, è una scelta
tecnica inaccettabile che
inficerebbe l’obiettivo primario per cui la strada è stata voluta e
costruita: garantire una maggiore
sicurezza della viabilità.
Anche perché stiamo parlando di una strada unica, divisa in più tratti
per comodità di
realizzazione, ma che sempre unica resta, sottoposta a VIA, con esito
positivo, nel 2003 e di cui il
MIT ha dichiarato la compatibilità urbanistica nel 2003 e nel 2006.
Manca questo tratto finale ma
questo è parte integrante della stessa strada che in gran parte è
stata realizzata.
E’ come se andassimo dalla sarta per farci fare un vestito e, nel
corso della realizzazione fosse
necessario ritoccare il punto vita perché la committente ha messo su
qualche kg o ritoccassimo il
corpetto perche si desidera una più ampia scollatura. Il modello del
vestito è sempre quello con
qualche adattamento per sopraggiunte nuove esigenze.
E allora non si può considerare il Lotto 1, tratto finale del secondo
tronco della strada Sassari-
Alghero, come una “nuova strada” per dichiararne, artatamente,
l’incompatibilità con il PPR, ai
sensi dell’articolo 20 delle NTA (norme tecniche di attuazione).
Infatti, alla data di entrata in
vigore del Piano Paesaggistico, 2006, la VIA dell’intera opera
infrastrutturale, compreso il Lotto 1,
si era già ampiamente conclusa con esito positivo.
Non a caso l’articolo 20, comma 1, lettera b delle Norme Tecniche di
Attuazione contiene
l’eccezione che fa salve le strade extraurbane di dimensioni superiori
alle due corsie, di
preminente interesse statale e regionale, per le quali sia già in
corso la procedura VIA del
Ministero dell’Ambiente e ci sia l’autorizzazione della Giunta
Regionale. L’intenzione di chi ha
redatto il PPR era quella di impedire opere infrastrutturali
mastodontiche quanto inutili per
collegare villaggi turistici creati a bell’apposta sulle coste. Non
era certo quella di impedire la
realizzazione di opere in corso di grande rilevanza regionale, come
nel nostro caso.
Stiamo parlando infatti del tratto finale di una strada che collega i
due centri principali del Nord
Ovest della Sardegna, Sassari e Alghero, una strada quanto mai
necessaria per garantire una
maggiore sicurezza della viabilità e per favorire l’ulteriore sviluppo
di questo territorio.
A meno che non sia proprio questo che si vuole impedire, nascondendo
dietro ragioni
apparentemente tecniche la volontà politica di affossare ulteriormente
questa parte dell’isola che
ha già subito un depotenziamento dell’aeroporto, un tempo fiore
all’occhiello del nord Sardegna,
e un declassamento dei presidi ospedalieri, a tutto vantaggio del Nord
Est e degli investimenti
esteri.
Per queste ragioni non si può certo attribuire al PPR la
responsabilità del mancato completamento
delle 4 corsie. Questa è una argomentazione strumentale, ormai noiosa
e quanto mai inutile per
la battaglia da intraprendere per ottenere ciò che è dovuto alla
nostra comunità.
E questo il Presidente Solinas l’ha ben capito tanto che, con onestà
intellettuale, contesta
l’incompatibilità con il Piano Paesaggistico sollevata dagli esperti
del Ministero, dichiarando
gravemente lesivo il parere del MIBACT, frutto di una errata
interpretazione di una normativa
regionale, nonostante il Dicastero abbia ricevuto la più ampia
documentazione relativamente al
rispetto dei dettami del PPR, e ha deciso di ricorrere al TAR per
impugnare il parere del MIBACT.
Adesso non resta che essere tutti uniti, qualsiasi sia lo schieramento
di appartenenza e il ruolo
istituzionale rivestito, per rivendicare a pieno diritto il
completamento di una infrastruttura
assolutamente necessaria per il nostro territorio.