Dopo la doppia tappa a Cagliari LIFE AFTER OIL, festival
cinematografico dedicato a sostenibilità ambientale e diritti umani,
approda sabato 14 settembre a Ottana per una nuova giornata ricca di
proiezioni. E non solo, perché il programma prevede anche esibizioni
in maschere tradizionali e musica.
Si comincia alle 16:30 con la rituale presentazione del festival da
parte del direttore artistico Massimiliano Mazzotta. Dieci minuti dopo
lo schermo del Centro Polivalente ospiterà la visione di “Guai ai
vinti. Pane e amianto”, introdotto dall’autore Paolo Carboni, che
riguarda da vicino il paese in provincia di Nuoro perché racconta il
degrado ambientale prodotto dall’industria nel territorio e i drammi
personali e familiari derivanti dalle malattie causate dai veleni di
Ottana. A seguire due piccoli lavori d’animazione che pur molto
diversi dialogano tra loro. “Pacha, Mud We Are: The Ceremony for the
Pachamama” di Aldana Losiseau (Argentina), poetico omaggio alla Madre
Terra venerata dalle popolazioni andine, e “All Possible Futures” di
Peter Whittenberger (Stati Uniti) che si presenta come un viaggio nel
tempo incentrato sul possibile impatto di rifiuti nucleari. Un film
che si domanda, con un linguaggio sperimentale, quale sia la nostra
responsabilità per le culture future. Spazio quindi al breve
documentario di Bjarke Hvorslev (Danimarca) che nel titolo, “Tavaha”,
riprende un'espressione nordica usata per la cura dell’oceano e
racconta il punto di vista del surfista-ambientalista Simen Knudsen
che si batte contro l’inquinamento della plastica in mare. Chiude la
prima parte della giornata di Ottana, alle 18:30, “Green Warriors:
Paraguay 's Poisoned Fields ” di Martin Boudot (Francia) che indaga su
una scomoda verità: per nutrire il bestiame l’industria della soia
utilizza nei campi pesticidi che possono causare gravi danni di salute
alle persone, soprattutto ai bambini.
Alle 21:00 ci si trasferisce in Piazza San Nicola (in caso di maltempo
nella Palestra Comunale) con un’esibizione di Boes e Merdules
accompagnati dalla musica del dj Leonardo Marras in arte Leo Mas, in
arrivo direttamente da Ibiza, attivo da più di trent’anni e
considerato uno dei più grandi nomi della musica house a livello
internazionale. Dopo la performance, ripartono le proiezioni con le
suggestive immagini raccolte da Elliot Spencer che con “Impermanence”
(Australia) accompagna lo spettatore in un remoto villaggio tibetano,
puntando lo sguardo su bambini che studiano i testi buddisti e la loro
relazione con un ambiente aspro quanto affascinante. Alle 21:45 il
regista Daniel Lambo, ospite a Ottana, presenterà il lungometraggio
documentario “Breathless” (Belgio) dove mostra, partendo da fatti
familiari, la sua ricerca appassionata per trovare la verità
sull’industria mortale dell’amianto, dal Belgio sino all’India. La
serata prosegue con i corti “La plastikeria” di Cesare Maglioni
(Italia-Spagna) che ricorda a tutti, anche con efficace ironia, il
dramma che stanno vivendo mari e oceani per via dell’invasione dei
rifiuti di plastica, e “Breaking Chains: Bonded Labour in Brick Kilns
” di Raju Hittalamani (India) che mette in evidenza la situazione dei
lavoratori migranti nel Punjab che finiscono per lavorare come schiavi
nei forni per mattoni. “Atomkraftwerk Zwentendorf” di Hope Tucker
(Stati Uniti), in programma alle 23:45, è un curioso viaggio
nell'unica centrale nucleare austriaca: costruita e mai aperta.
Quarant’anni fa il popolo austriaco, con un referendum, disse no
all’energia nucleare e la centrale che era stata appena ultimata non
entrò mai in attività. Dopo la mezzanotte ancora due brevi opere: la
fiction “Ciruzziello” di Ciro D’Aniello che va a toccare temi sociali
come malattia, disabilità, e alle 00:20 il lavoro di animazione di
Lorenzo Lodovichi intitolato “I-Occupy” che con suggestioni sovietiche
e ambientazioni di ispirazione brutalista racconta una manifestazione
politica. Terminate le proiezioni spazio, dalle 00:30, al dj set con
protagonista ancora Leo Mas.