Un peperoncino di dieci metri d’altezza – immagine al contempo
tradizionale e pop, carica di simbolismi – emerge dal piazzale del
Museo del Costume e si innalza nel cielo di Nuoro.
All’insegna della meraviglia prende il via il percorso della mostra
Giuseppe Carta | Orti di Grazia che raccoglie circa cento ottanta
opere, tra sculture monumentali e non – in bronzo, marmo, alluminio e
resina – e oli su tela.
È un percorso complesso, che si snoda nelle
sale del villaggio museale dell’Etnografico, inserendosi
nell'esposizione già esistente per arricchirla, attualizzandola. Un
nuovo grande evento promosso e fortemente voluto dall'Isre.
“La mostra si tiene in un luogo straordinario, il Museo Etnografico di
Nuoro, ed è il frutto del lavoro di un artista che io conosco da anni”
dice il critico d’arte Vittorio Sgarbi, inaugurando la mostra. “Carta
è uscito dal limite della figurazione e da circa cinque anni, più o
meno dall’Expo di Milano, è andato espandendosi con i suoi frutti con
un’invenzione pop che ricorda Claes Thure Oldenburg ed è diventato
l’artista scelto da Farinetti come emblema di Eataly.
Questo fatto
porta lui e la Sardegna in scenari non soltanto italiani e scatena
energie nuove per l’umanità, conciliando in un museo della memoria la
squillante modernità di questi enormi frutti, nel rispetto dei
prodotti della terra: in una fusione dunque perfetta”.
La mostra evento Giuseppe Carta | Orti di Grazia, consta di oltre 180
tra dipinti e sculture, in parte inglobate dalla collezione permanente
del villaggio museale dell’Etnografico, in parte allestite in tre
sale, dedicate alla sola pittura dell’artista di Banari. L’esposizione
racconta il percorso artistico dell’autore dei famosi peperoncini e la
sua evoluzione perpetua, dove la scultura entra nella pittura e,
viceversa, la pittura si fa scultura. L’esposizione sarà aperta al
pubblico fino al 27ottobre al Museo del Costume di Nuoro.
“Sono felicissimo di questo evento” spiega l’artista Giuseppe Carta.
“Le mie Germinazioni sono una rappresentazione esuberante della vita
stessa, un inno alla natura, una denuncia allo sfruttamento
incontrollato del pianeta Terra. Ho deciso di dedicare le Germinazioni
a Grazia Deledda per rendere un duplice omaggio: a una grandissima
artista, unico Premio Nobel femminile per la Letteratura in Italia, e
alla Terra che l'ha generata”.
“E’ un grande orgoglio per l’Isre inaugurare questo spazio espositivo
che Giuseppe Carta dedica alla figura di Grazia Deledda” spiega il
presidente dell’Isre, Istituto Superiore Regionale Etnografico,
Giuseppe Matteo Pirisi. “Questa mostra antologica è un tributo e un
omaggio a un artista di caratura internazionale che affonda le radici
nella linfa più vitale della cultura sarda. Le sue Germinazioni -
metafora di ogni sviluppo e di ogni rinascita culturale, ambientale e
sociale – indicano la via e il percorso: un ritorno consapevole alla
terra, il rispetto per l’ambiente, la strada della cultura come unico
indirizzo della rinascita.
L’arte di Carta, con il suo humus vitale, è
substrato dove fecondano i territori più significativi della nostra
identità”.