Con un’energia, una lucidità e una freschezza incredibili, che
farebbero invidia a tanti giovani, la madrina novantenne Cecilia
Mangini ha inaugurato (giovedì 28 giugno) a Villanova Monteleone
l’apertura del VI Premio al miglior documentario italiano, dando il
via ufficialmente alla XIII edizione del Sardinia Film Festival. La
straordinaria documentarista è stata accolta dal pubblico con un
caloroso applauso, al fianco della presentatrice Rachele Falchi e del
direttore artistico Carlo Dessì.
A ricevere la Mangini in prima fila c’era anche il sindaco Quirico
Meloni, che ha portato i saluti di una comunità che per il sesto anno
consecutivo è diventata la “capitale” sarda del documentario: «Siamo
onorati di ricevere a Villanova una donna simbolo della cinematografia
nazionale – ha affermato il primo cittadino –, perché crediamo
fortemente che la cultura possa essere uno strumento non solo di
promozione turistica, ma anche un percorso di crescita civile, sociale
ed economica della comunità».
Con verve accattivante e ironia mai scontata, Cecilia ha ricordato le
problematiche degli esordi, quando essere documentarista per una donna
era quasi un sacrilegio. Poi le difficoltà nell’utilizzo
dell’ingombrante “macchina da presa”, l’uso delle pesanti pellicole da
trecento metri e le limitazioni nello sprecare i minuti di girato.
Aspetti che oggi, nel mondo del digitale sembrano lontani anni luce. E
infine con emozione ha esposto il suo amore per la Sardegna, un legame
forte stretto tanti anni fa per lavoro e mai venuto meno.
Domani (sabato 30 giugno) in Piazzetta Piero Arru sarà presentato il
suo docu-film girato nell’isola negli anni Sessanta, “Ring Sardegna”,
che è un estratto di “Domani vincerò”. È un percorso appassionante tra
i villaggi sperduti della Barbagia e altri centri della provincia di
Sassari, a caccia di giovani pugili-pastori che trovavano nello sport
un’opportunità di riscatto sociale.
Nella serata d’apertura, grande interesse è stato rivolto al docu-film
“Roma golpe capitale” di Francesco Cordio, al suo esordio in un
festival, ma che sta riempiendo le sale di tutta Italia ovunque venga
presentato.
È un minuzioso lavoro d’indagine del regista romano che,
attraverso testimonianze dirette a personalità istituzionali come
Giancarlo Caselli o la giornalista Federica Angeli, scoperchia il
dramma politico e umano della cacciata del sindaco di Roma, Ignazio
Marino, nel 2015, tra intrighi e colpi bassi, mostrando in maniera
disarmante le responsabilità dei vertici nazionali del suo stesso
partito.
«Più che un film su Marino però – ha spiegato l’autore – è un film sul
crack, sull’inizio della fine del Pd, almeno quello di Matteo Renzi.
Ma non riguarda solo Roma, riguarda tutto il Paese, alla ricerca di un
modo diverso di fare politica».
Oggi (venerdì 29) alle 17.30, Su Palatu ospiterà le proiezioni di “The
harvest” di Andrea Paco Mariani e “Oltre il confine, la storia di
Ettore Castiglioni” di Federico Massa e Andrea Azzetti. Alle 21, in
piazza Arru saranno presentate “Taming Winter. A story of carnivals
and bears” di Andrea Arena e “Il nome del padre” di Daniele Ceccarini.
Domani, dalle 21, dopo “Ring Sardegna” a chiudere la tre giorni sarà
“Cinema Grattacielo” di Marco Bertozzi.