"Non è certo passato inosservato il recente comunicato del FAI Sardegna in cui la presidentessa Monica Scanu, a proposito della
vicenda che attiene lo sciagurato intervento in corso a Punta Giglio, ha dichiarato come “sia
possibile inserirsi con nuove attività anche in contesti delicati e simili a questo”.
Per il FAI (Fondo Ambiente Italiano) è davvero imperdonabile che una sua referente regionale
ometta di far presente che il sito e l’ex Batteria navale di Punta Giglio si collocano non solo
all’interno di un Parco Regionale (che, in ottemperanza delle disposizioni dei Piani di gestione
delle aree SIC e ZPS - Capo Caccia, già deliberati dalla Regione Sardegna, avrebbe dovuto
opporsi agli interventi dissennatamente proposti), ma anche (e soprattutto) all’interno di
un’area naturalistica istituzionalmente e giuridicamente protetta, nella quale, in forza delle
direttive europee (concordate e approvate anche dal nostro Paese), non sono ammessi altri
interventi e attività, se non quelli finalizzati alla rigorosa salvaguardia dello stesso ambiente
naturale e del suo ecosistema, da tutelare e da valorizzare come tali.
La presidentessa regionale del FAI rimprovera ai componenti del Comitato per la difesa di
Punta Giglio di non aver preso parte, con un proprio progetto, al bando del Demanio: ma le
associazioni e i gruppi ambientalisti locali non hanno presentato propri progetti perché
sapevano che l’unica iniziativa realmente ammissibile era quella del Museo militare e
naturalistico, già previsto dal Piano di gestione del Parco di Porto Conte che, per legge,
dovrebbe essere il principale “soggetto attuatore” dei piani d’intervento, ma evidentemente
solo quelli consoni alla natura e alle caratteristiche del luogo, riconosciuto, non a caso, come
Sito d’Importanza Comunitaria e Zona di Protezione Speciale (SIC e ZPS).
Ci si domanda, piuttosto, come mai il FAI non si offra a gestire il sito di Punta Giglio negli
stessi termini e alle stesse condizioni con cui tiene brillantemente, fin dal 2002, la concessione
ricevuta dalla Regione Sardegna per la Fortezza Militare Talmone in territorio di Palau, dove il
Fondo stesso insieme alla Regione Sardegna, pur in assenza di una Zona di Protezione
Speciale, non si sono mai sognati di proporre la “rifunzionalizzazione” del manufatto storico-
militare né per servizi ricettivo-alberghieri né per attività di ristorazione o balneazione,
impegnandosi piuttosto ad offrire un restauro impeccabile delle camerate e di tutti gli
ambienti interni (conservando e lasciando inutilizzati perfino gli anelli delle 46 amache per la
guarnigione) e assicurando contemporaneamente un efficiente servizio di vigilanza e insieme
di accompagnamento e di guida per le escursioni storico-naturalistiche.
Un imperdonabile strabismo quello della presidentessa Scanu che dimostra una
incomprensibile distrazione dalle azioni di tutela e salvaguardia che una associazione come
quella che presiede, il FAI, avrebbe dovuto esigere per uno degli scorci di maggior pregio della
Sardegna, tra i più vicini al cuore dei Sardi."
Comitato Punta Giglio Libera