Non piace agli ambientalisti il puc di Olbia

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  L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, dopo lo specifico atto di intervento con “osservazioni” (22 settembre 2020) nel procedimento di approvazione del piano urbanistico comunale (P.U.C.) di Olbia (SS), con particolare riferimento all’area di Capo Ceraso e dei litorali, ha inviato (18 ottobre 2020) un atto di integrazione in merito alla disciplina delle zone umide di Pittulongu e del borgo di Porto Rotondo.

  Come noto, il nuovo P.U.C. di Olbia è stato adottato con deliberazione Consiglio comunale n. 134 del 29 luglio 2020 ed è stato oggetto di deposito ai fini delle “osservazioni” da parte di cittadini, imprese, associazioni. Il P.U.C. recentemente adottato prevede, fra l’altro, ben due insediamenti ricettivi alberghieri a Capo Ceraso, sito già appetito da ben nota speculazione immobiliare negli anni scorsi e recentemente recintato. La T.A.R. Sardegna, Sez. II, 14 gennaio 2015, n. 15 ha ribadito la piena applicabilità del piano paesaggistico regionale (P.P.R.).

   140 mila metri cubi complessivi a breve distanza dal mare, sebbene sia in palese contrasto con la disciplina di piano paesaggistico, in quanto rientrante nella fascia costiera di cui agli artt. 19-20 delle norme tecniche di attuazione (N.T.A.) del P.P.R., dove in via generale “è precluso qualunque intervento di trasformazione nelle aree inedificate” (art. 20, comma 1°, lettera a, delle N.T.A. del P.P.R.).

   Il litorale di Pittulongu, invece, è stato oggetto nel corso di decenni di interventi di trasformazione del territorio, fondamentalmente di natura edilizia, in gran parte abusivi, soprattutto ai danni della zona umida di titolarità demaniale: varie azioni legali condotte negli anni dal Gruppo d’Intervento Giuridico onlus hanno portato a interventi da parte della Magistratura (2004) e a una radicale ridefinizione del piano di risanamento urbanistico (P.R.U.) di Pittulongu (2015).

   Il GrIG ha chiesto una più stringente disciplina per la salvaguardia delle zone umide. Il borgo di Porto Rotondo, infine, forse rappresenta l’unico caso di insediamento turistico realizzato in Sardegna con una forma identitaria iniziale su iniziativa (1964) dei veneziani Luigi e Nicolò Donà dalle Rose, ispirata a Venezia (Piazzetta San Marco, nucleo urbano del borgo, chiesa di San Lorenzo, realizzata dagli artisti Andrea Cascella e Mario Ceroli, con affresco rappresentante il Giudizio universale). La richiesta è quella dell’individuazione di una zona “A – centro matrice” da pianificare dettagliatamente con un piano particolareggiato che consenta il mantenimento delle caratteristiche urbanistico-architettoniche.

   Il piano paesaggistico è strumento di pianificazione sovraordinato alla pianificazione urbanistica e a quella di settore, nonché immediatamente vincolante (art. 145, comma 3°, del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.). Il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ha chiesto al Comune di Olbia di valutare le “osservazioni” inoltrate con ogni conseguente modifica del P.U.C. adottato e, contemporaneamente, ha informato le strutture centrali e periferiche del Ministero per i Beni e Attività Culturali e il Turismo, nonché la Direzione generale per la Pianificazione Territoriale e la Vigilanza Edilizia della Regione autonoma della Sardegna.