“Coltiviamo il futuro insieme” è lo slogan lanciato dall’ONU per la
celebrazione della 25ma giornata mondiale per la lotta alla
desertificazione, in programma il 17 giugno.
Per l’occasione, il Nucleo di ricerca sulla Desertificazione
dell’Università di Sassari organizza un evento internazionale
articolato in contributi scientifici, visite al campo sperimentale di
Ottava e, in collaborazione con il Festival “Pensieri e Parole: libri
e film all’Asinara” e il Cinema Moderno Cityplex, la proiezione del
film “Domani” dei registi Cyril Dion and Mélanie Laurent. Si comincia
alle 9.00 nel'aula "Barbieri" dove la discussione andrà avanti fino
alle 13.30. Poi alle 18.30 le attività si spostano nel cinema Cityplex
Moderno (viale Umberto 18) per la proiezione di "Tomorrow" film di
Cyril Dion e Mélanie Laurent.
All’evento parteciperà anche il comitato “Fridays for future” di
Sassari, composto dai giovani ispirati da Greta Thunberg, la
studentessa svedese che con il suo discorso al vertice delle Nazioni
Unite sul clima nel dicembre scorso a Katovice ha scosso le coscienze
globali sul tema del cambiamento climatico.
La sessione scientifica dell’incontro prevede contributi da tre
ricercatori tunisini che si occupano di cambiamenti climatici, acqua e
siccità, un docente libanese che sta sperimentando i benefici della
microirrigazione, un ricercatore francese da anni impegnato nella
ricerca sugli effetti del cambiamento climatico sulla produzione
globale di cereali e tre ricercatori UNISS che hanno contribuito alla
redazione del documento scientifico di supporto alla strategia
regionale di adattamento al cambiamento climatico, approvata a
febbraio scorso dalla Regione Sardegna.
Il tema dei cambiamenti climatici e della lotta alla desertificazione
interessa direttamente e indirettamente la Sardegna e l’Italia, non
solo quindi Paesi a clima arido e desertico. In Sardegna, nonostante
le infrastrutture idriche siano ben dimensionate rispetto ai
fabbisogni, ancora oggi si perde oltre il 50% dell’acqua distribuita
in rete e si irriga meno del 20% della superficie potenzialmente
irrigabile.
C’è anche un problema di insufficiente qualità dell’acqua
in ingresso ai potabilizzatori, a causa dell’eutrofizzazione degli
invasi, e di mancato riutilizzo dell’acqua in uscita dai depuratori
fognari. Ciò nonostante la normativa sulla gestione dell’acqua abbia
fortemente centralizzato in regione i poteri decisionali e i fondi per
le infrastrutture non manchino. È dunque più un problema di governance
che di risorse, che limita fortemente la capacità adattativa a una
sempre maggior frequenza di eventi estremi, come ondate di calore ed
eventi alluvionali. Ne soffre innanzi tutto l’agricoltura, già
debilitata dalle dinamiche impazzite del mercato globale dei prezzi e
aumenta la vulnerabilità di cittadini e imprenditori, a causa
dell’aumentato rischio idrogeologico, di incendi e altre calamità
sempre più frequenti a causa dell’abbandono dell’agricoltura. L’evento
è stato organizzato nel contesto di due progetti di scambi Erasmus+
(MAYA e Ilham-EC) che vedono coinvolte, oltre all'Università di
Sassari, tre università tunisine e quattro università egiziane.