Un esercito di oltre 50 persone, mezzi nautici, sub e volontari
impegnati nella pulizia dei fondali e dell’arenile nell’are parco tra
Port Agre e Cala dell’Olandese. Un bottino di trenta sacchi di
plastica e polistirolo, due sacchi di vetro, grossi ingombranti come
boe, legnami, attrezzi da pesca, ferro e sedie. Questo il risultato
della raccolta sull’arenile ad opera dei volontari dell’associazione
Areste.
“Il problema più grande -spiega il presidente dell’associazione
Domenico Meloni- è che il polistirolo residuo dei pescatori si
accumula, si sbriciola e si sedimenta tra i cespugli, di fatto
impedendone il recupero”. Una ventina i volontari impegnati nella
vagliatura e nella raccolta dei rifiuti che sono stati prontamente
recuperati in più fasi dalla Ciclat dal sito di stoccaggio di Port
Agre.
Il trasporto ultimo dei sacchi di rifiuti al sito di stoccaggio
è stato effettuato grazie ai mezzi dell’Autofficina Nuvoli. “Ci tengo
a ringraziare -continua Meloni- gli uffici ecologia del comune di
Alghero e gli uffici del Parco e dell’Area Marina che hanno lavorato
con grande efficienza e sinergia.”
Anche nello specchio acqueo tra Cala dell’Olandese e Port Agre, un
lavoro sinergico è stato svolto dall’Associazione Diving professionali
di Alghero insieme all’Associazione Diavoli di mare subAlghero e il
Wwf Associazione Sub. Le nasse abbandonate nei fondali, il vero
pericolo per la salubrità delle acque. Questo attrezzo da pesca,
quando viene perso, oltre al danno al pescatore, continua danneggiare
anche l’ambiente marino.” In pratica – spiega il presidente
dell’Associazione Diving Michele Sanna- la nassa continua a pescare
anche quando viene abbandonata, catturando diverse specie di fauna
marina.
In termini scientifici, si chiama “impatto da pesca fantasma”:
polpi, murene, piccoli pesci fanno da esca a specie predatorie più
grosse, facendo si che la nassa si trasformi in una trappola di
morte.”
I pescatori- continua Sanna- ci tengono alla pulizia del mare, ma non
sono in grado di portare a terra i rifiuti che recuperano essendo
vietato dalla normativa.
Per altro non è previsto lo smaltimento, quindi l’empasse dal punto di
vista normativo e al tempo stesso della pratica del recupero a mare
congela i pescatori nell’impossibilità di agire.
La buona notizia è che esiste un disegno di legge che prevede
importanti sgravi fiscali per il recupero di rifiuti in mare. La
speranza è che si trasformi in legge nel più breve tempo possibile”.
La raccolta si è conclusa con il ringraziamento del Presidente delle
Cantine di Santa Maria la Palma, partner del progetto #SeaClean Porto
Conte, che ha consegnato l’ omaggio in bottiglia Akenta, uno spumante
di vermentino di Sardegna doc prodotto da uve coltivate all'interno
del Parco di Porto Conte, e lasciato affinare a circa trenta metri di
profondità, dentro una speciale cantina subacquea sempre nella baia di
Porto Conte.
La giornata di sensibilizzazione è terminata nel giardino botanico di
Casa Gioiosa, dove Mangiasardo ha organizzato un piccolo rinfresco per
tutti i partecipanti.
Presenti diversi prodotti di aziende certificate col marchio del
parco, tra cui le fragole offerte dall’Azienda Manai, e il pane con la
farina karalis offerto dal panificio Cherchi.
Soddisfatto per la riuscita dell’evento il direttore del parco di
Porto Conte Mariano Mariani, che però lancia un monito: “Non
abbassiamo la guardia: giornate come queste sono importantissime ma
devono essere sempre più frequenti e coinvolgere tutti. Queste
tematiche devono entrare prepotentemente nelle scuole, nella società,
tra la gente comune per responsabilizzare tutti indistintamente sulla
salvaguardia e la tutela del nostro pianeta. L’iniziativa è stata l
patrocinata dal Comune di Alghero, della “Surfrider Foundation
Europe”, del WWF Sub Country Subacquea ed è stata inserita nel
Festival dello Sviluppo Sostenibile 2019.