La normativa vigente in materia di sicurezza sul lavoro si sta
aggiornando continuamente per il rilievo sociale che contiene anche
con risvolti sanzionatori di natura penale e amministrativa che
spesso determinano conflittualità che potrebbero essere superate con
una maggiore informazione e un salto di qualità anche a livello
culturale.
Ad Alghero sull'argomento si naviga a vista e spesso ,quello della
sicurezza, viene considerato un vero e proprio adempimento di tipo
burocratico, niente di più. Ma non è così.
Ne parla il dottor Walter Pianezza, progettista sistemi
Qualità,ambiente e sicurezza, impegnato sul fronte professionale in un
settore nel quale si registra sempre di più l'esigenza di chiarezza e
maggiori approfondimenti.
"Va subito posto in evidenza - sostiene Pianezza - che il fenomeno
del rispetto della normativa vigente è sempre più legato alla
dimensione dell' impresa.
Più le attività sono piccole più si tende a non fare sicurezza sul
lavoro per una questione economica ma soprattutto culturale".
In un contesto socio economico come quello algherese, ormai da anni
alle prese con una crisi economica che sta trasformando in stagionali
le attività che operano per tutto l'anno, questo fenomeno assume
proporzioni consistenti.
"Un primo problema per le piccole imprese è senz’altro legato alle
risorse economiche scarse che spesso induce a ridurre le spese legate
all’attività di prevenzione. I costi della prevenzione consistono non
solo nelle spese vive per la messa in sicurezza dei macchinari e degli
ambienti di lavoro, ma anche nella necessità di ricorrere a personale
qualificato (spesso consulenti esterni all’organico aziendale), senza
contare il costo indiretto, derivante dal tempo tolto alla produzione,
per impegnare il personale nella formazione obbligatoria in materia di
sicurezza.
Gli studi in realtà dimostrano che la spesa per la prevenzione degli
infortuni si traduce, in un’ottica a più lungo termine, in un
risparmio per la stessa impresa, ma tale aspetto non viene solitamente
preso in considerazione, soprattutto dalle realtà di minori
dimensioni.
In tali contesti, infatti, manca anche un altro fattore,
quello culturale: l’assenza di cultura delle regole, in primis, e
conseguentemente anche di cultura della sicurezza e della prevenzione.
La mentalità frequente nelle piccole realtà imprenditoriali è
purtroppo quella di considerare la valutazione dei rischi e la
formazione in materia di sicurezza, come un mero adempimento
burocratico. Nei lavoratori spesso manca una percezione del rischio
aderente alla realtà, ma anche gli stessi datori di lavoro non
pretendono dai propri dipendenti il rispetto delle norme di sicurezza".
I problemi seri, a questo punto, nascono nel momento in cui le aziende
in questione ricevono la visita di ispettori del lavoro, Nas, organi
istituzionali deputati al controllo delle norme.
"Si, è vero. Nascono grossi problemi - precisa Walter Pianezza - che
appesantiscono situazioni economiche già precarie. Per l'esperienza
professionale maturata in questi anni sono convinto che un valido
supporto a questo tipo di problematica potrebbe giungere da una azione
mirata da parte della amministrazione comunale.
Il Comune attraverso i
suoi settori tecnico burocratici ma con il supporto della volontà
politica, potrebbe essere di sostegno promuovendo eventi, seminari,
momenti di incontro con il comparto mercantile e produttivo,.. per far
capire l importanza di fare sicurezza sul lavoro e far capire anche i
vantaggi economici che si possono trarre nel fare sicurezza (in primis
evitare le sanzioni e poi i vantaggi dal non avere infortuni che
possono gravare sui costi aziendali)".
Il tecnico fa poi notare che sull'argomento sicurezza c è molta
disinformazione, anche da parte degli stessi professionisti i quali sono le prime persone
a cui si rivolgono gli imprenditori per aprire un impresa e gestirla.
"Succede che non viene praticata una adeguata informazione su quali
sono gli obblighi e i rischi di non fare sicurezza sul lavoro, o
questo argomento viene affrontato in maniera del tutto sbagliata tant
è che spesso ci troviamo di fronte a datori di lavoro che dopo aver
avuto una visita ispettiva ammettono chiaramente che nessuno li aveva
mai informati sul fatto che dovessero adeguarsi alle norme in materia
di sicurezza e salute".
Non è diversa la situazione per quanto riguarda la sicurezza alimentare.
"In questo caso - aggiunge il progettista - e proprio per il ruolo
di città turistica quale è Alghero, sarebbe estremamente utile che
l amministrazione comunale promuovesse maggiore informazione per le
attività di ristorazione per essere in regola con le norme HACCP e
promuovere corsi di informazione che hanno costi nettamente più bassi
rispetto alla sicurezza sul lavoro. Non possiamo dimenticare -
conclude Walter Pianezza - che il mondo della gastronomia algherese è
una delle colonne portanti dell'economia locale, in termini economici
e occupazionali".