È stato presentato durante una conferenza stampa presso L’Area della
Ricerca del Cnr di Sassari, in occasione delle due giornate di visita
del responsabile del Programma LIFE 2014-2020, il progetto SheepToShip
LIFE. L’iniziativa ha preso avvio a luglio 2016 con l’obiettivo di
ridurre le emissioni di gas serra del comparto ovino della Sardegna
del 20% nell’arco dei prossimi dieci anni.
L’incontro si è aperto con un riconoscimento del ruolo di primo piano
della Sardegna nella progettazione comunitaria da parte di Angelo
Salsi, Capo Unità del Programma LIFE e CIP-Eco-innovazione, il
principale strumento finanziario messo in campo dall’Unione Europea
per la tutela dell’ambiente e l’azione il clima.
“La Sardegna”, ha
dichiarato Salsi, “al pari delle regioni da sempre considerate il
traino della nostra nazione, come Lombardia o Emilia-Romagna, è sempre
stata un’assoluta protagonista nell’ambito del programma LIFE, con un
gran numero di iniziative progettuali e con delle prestazioni e dei
risultati degni di porre l’isola al centro dell’attenzione dell’intera
Europa. Oggi sono qui per visitare il partenariato di un progetto
molto importante per il vostro territorio, in quanto cerchiamo di
aiutare gli allevatori sardi a ridurre l’impatto ambientale, in
particolare in termini di lotta al cambiamento climatico, legato
all’allevamento ovino e alla produzione dei formaggi, per i quali
siete famosi praticamente in tutto il mondo”.
“La particolare composizione del partenariato”, ha commentato di
seguito Pierpaolo Duce, responsabile del Cnr-Ibimet di Sassari, “vede
impegnati in un unico gruppo di lavoro tutti gli attori che, a diverso
titolo, hanno un peso determinante nelle diverse azioni che si possono
intraprendere per mitigare il cambiamento climatico”. SheepToShip LIFE
nasce dallapartnership tra l’Istituto di Biometeorologia del Consiglio
Nazionale delle Ricerche di Sassari (Ibimet-Cnr) in qualità di
coordinatore, l’Istituto per il Sistema Produzione Animale in Ambiente
Mediterraneo (Ispaam-Cnr), Agris Sardegna, Laore Sardegna,
l’Assessorato della Difesa dell’Ambiente della Regione Autonoma della
Sardegna e i Dipartimenti di Agraria e di Scienze Economiche e
Aziendali dell’Università di Sassari.
“Uno dei primi grandi risultati
ottenuti, in questo senso, è dato dalla partecipazione e l’entusiasmo
con cui le innovazioni tecniche e tecnologiche proposte dai
ricercatori sono state accolte dal tessuto produttivo sardo. Il passo
successivo sarà la traduzione di queste buone pratiche in vere e
proprie misure programmatiche, come parte integrante del Piano
Ambientale della Regione e del prossimo Piano di Sviluppo Rurale”.
A livello regionale, i tre Consorzi di Tutela ‘Formaggio Pecorino
Romano DOP, ‘Pecorino Sardo DOP’ e ‘Agnello di Sardegna IGP’ hanno
formalmente espresso il proprio appoggio all’iniziativa SheepToShip
LIFE tramite la sottoscrizione di un Protocollo di Intesa, mentre, sul
versante scientifico, il progetto si avvale della consulenza di un
Comitato Scientifico, di cui fanno parte enti e istituzioni di ricerca
di calibro mondiale nell’ambito delle scienze agro-zootecniche.
La conferenza è stata anche un’occasione per illustrare i risultati
scientifici più significativi raggiunti finora.
Le attività di ricerca
e sul campo hanno consentito di giungere a una caratterizzazione di
tutto il comparto zootecnico e caseario ovino della Sardegna, dal
punto di vista dei sistemi produttivi e della loro impronta
ambientale. Ciò ha consentito di individuare le misure di mitigazione
più opportune, che nei prossimi mesi verranno applicate e testate in
aziende dimostrative zootecniche e casearie. “Ora sappiamo qual è la
quantità di gas serra che il settore emette in atmosfera”, ha spiegato
Alberto Stanislao Atzori, ricercatore del Dipartimento di Agraria
dell’Università di Sassari, “e in quali fasi dei processi produttivi
esse hanno origine”.
Annualmente, in Sardegna, dai 3.300.000 di capi ovini presenti deriva
una produzione annua di 315 milioni di litri di latte e di 60 milioni
di chili di formaggio pecorino, da cui originano 1407 chilotonnellate
di Co2 equivalente emesse in atmosfera.
La logica alla base
dell’intervento progettuale consiste nell’introdurre modifiche su
quegli aspetti dei processi produttivi che abbiano effetto sia sul
grado di efficienza dei processi stessi sia sulla loro impronta
ambientale, consentendo di ottenere la stessa produzione annua di
latte con un numero inferiore di capi. “Nella fattispecie”, prosegue
Atzori, “questi aspetti sono stati individuati nel livello di
efficienza produttiva di ciascun animale, ad esempio la quantità di
latte per capo, nella fertilità e sanità degli allevamenti - che
costituisce un importante aspetto di efficienza-, e nelle tecniche di
coltivazione per la produzione dei foraggi destinati all’alimentazione
degli animali”. Dalle stime effettuate risulta che degli interventi di
efficientamento in questo senso consentirebbero al comparto di
produrre la stessa quantità di latte con circa 650.000 capi in meno,
con un taglio in termini di emissioni di gas serra di 280.000
tonnellate di CO2 equivalente, “che corrispondono, per fare un esempio
chiarificatore”, ha concluso Atzori, “a quelle che deriverebbero dalla
combustione di circa 81.000 tonnellate di gasolio”.
“Ci chiedono spesso quale sia il significato del nome che abbiamo dato
al progetto SheepToShip LIFE”, ha dichiarato Pierpaolo Duce in
chiusura. “Oltre che per il suo carattere piacevolmente eufonico, è
stato scelto in quanto racchiude in sé i fondamentali principi
ispiratori dell’iniziativa progettuale. Da un lato, infatti,
restituisce immediatamente quello che è ilfocus progettuale, ossia
l’allevamento e le produzioni ovine della Sardegna. Dall’altro evoca -
con l’idea di viaggio e movimento – il passato delle grandi
migrazioni dei pastori sardi che portavano le proprie pecore in nave
verso ‘il continente’, in cerca di nuovi pascoli e opportunità e
contribuendo col proprio arrivo alla rivitalizzazione di aree rurali
italiane a quel tempo depresse e a rischio di spopolamento, nonché
diffondendo la pecora di razza sarda oltre i confini isolani. Allo
stesso modo, con il viaggio proposto dal progetto, ci auguriamo di
tracciare nuove vie di valorizzazione ambientale ed economica per
l’intero comparto ovino della Sardegna”.