Il flusso migratorio - più che raddoppiato rispetto ai livelli dello
scorso anno - rappresenta per la Sardegna il record storico
dell’ultimo ventennio e contribuisce ad accelerare l’inesorabile e
preoccupante declino demografico che sta interessando la nostra
regione.
E’ quanto si evince da un report del Centro studi della Cna Sardegna
che analizza i recenti dati dell’ISTAT sui flussi della popolazione
residente nell’isola. Le ultime statistiche confermano infatti il
trend negativo emerso in maniera sempre più netta nel corso
dell’ultimo quinquennio: alla fine del 2018 la popolazione residente
registrata in Sardegna è di un milione e 639mila, quasi 9mila abitanti
in meno rispetto all’anno precedente, Con un decremento netto del
-5,4% l’isola si colloca ben al di sopra del calo medio nazionale
(-1,5%) e supera anche la variazione media delle regioni del
Mezzogiorno (-4,2%).
Vanno peggio della Sardegna solo Basilicata
(-6,0‰) e Molise (-7,8‰).
All’origine del problema – evidenzia il report della Cna Sardegna -
c’è come detto il rilevantissimo flusso di popolazione in uscita,
stimato nel 2018 in quasi 3.300 individui, principalmente giovani, che
dall’isola sono emigrati verso altre regioni italiane. Questo flusso
risulta più che raddoppiato rispetto ai livelli dello scorso anno
(1.251 residenti in meno) ma, osservato in un orizzonte temporale più
ampio, rappresenta per la Sardegna il record storico dell’ultimo
ventennio. Anche se la ripresa dei flussi migratori (per lo più
giovani) verso il centro-nord (e il corrispondente impoverimento
demografico e sociale) è un fenomeno generalizzato che coinvolge tutte
le regioni del Mezzogiorno e con cui il Paese sarà costretto a
confrontarsi per tutto il prossimo ventennio.
Al forte incremento dell’emigrazione verso le altre regioni si
aggiunge una netta riduzione dei flussi di popolazione proveniente
dall’estero, con un saldo tra iscrizioni e cancellazioni stimato nel
2018 in 2.466 unità: il 32% in meno rispetto ai valori dell’anno
precedente. Il movimento con l’estero (in cui prevale la componente
straniera) resta quindi nettamente inferiore al flusso in uscita verso
l’Italia (in cui prevale la componente italiana) definendo un bilancio
migratorio complessivo di 822 residenti in meno.“L’accelerazione dei
fenomeni di declino demografico trae origine dal perdurare della
difficile situazione economica e dalla mancanza di opportunità di
inserimento lavorativo specialmente per i più giovani”, evidenziano
Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e
segretario regionale della Cna Sardegna. “Se la Sardegna non riuscirà
ad invertire la rotta saranno sempre di più i giovani sardi che
cercheranno fuori dall’isola opportunità lavorative e di vita,
determinando un impoverimento sempre più marcato del tessuto
socio-economico con conseguenze devastanti per gli equilibri
demografici ed economici della nostra regione”.