Se una volta era il Meridione a guidare le nascite con le famiglie più
numerose adesso la “linea della culla” si sposta sempre più a nord con
il record della provincia di Bolzano che è l’area più prolifica del
Paese con 1,76 figli per donna contro 1,32 della media nazionale. E’
quanto emerge da un’analisi di Uecoop, l’Unione europea delle
cooperative, sugli ultimi dati demografici Istat in occasione della
Giornata internazionale della famiglia. Con appena 449mila nuovi nati
nel 2018 – sottolinea Uecoop – la situazione demografica italiana è
influenzata da cambiamenti sociali, ritmi di lavoro e vita sempre più
frenetici e servizi di welfare che variano a seconda delle regioni e
dei comuni di residenza influenzando la disponibilità di tempo e la
possibilità di conciliare lavoro e famiglia.
Non è un caso che per 6 dipendenti su 10 (59%) al primo posto nella
classifica dei benefit aziendali preferiti – spiega Uecoop su dati
Ipsos - ci siano proprio quelli legati alle spese familiari,
dall’asilo alla scuola dei figli, considerato poi che nelle scuole
materne italiane ci sia posto solo per il 24% dei bambini fino a tre
anni d’età contro il parametro del 33% fissato dall’Unione europea per
poter conciliare vita familiare e professionale e promuovere la
partecipazione delle donne al mondo del lavoro. E così si assiste in
Italia a un crollo delle nascite che se a nord viene contenuto fra
valori di 1,50 e 1,37 figli per donna dal Trentino all’Emilia –
sottolinea Uecoop – nelle regioni del Mezzogiorno ci si ferma a 1,29 e
precipita a 1,16 in Basilicata, a 1,13 in Molise e a 1,06 in Sardegna.
Nelle aree dove il welfare è più sviluppato – evidenzia Uecoop – le
famiglie fanno più figli perché sono più sicure rispetto futuro, sanno
di poter contare su servizi pubblici e privati dedicati non solo ai
figli ma anche agli anziani considerato l’aumento della speranza di
vita che per gli uomini sfiora ormai gli 81 anni (80,8) mentre per le
donne supera gli 85 (85,2).
Si tratta di un contesto sociale dove il
welfare pubblico e privato deve affrontare una doppia sfida: da una
parte asili e scuole per i figli e dall’altra assistenza domiciliare o
in residenze specializzate per gli anziani. E mentre le spese crescono
– rileva Uecoop su dati Eurispes - 7 genitori su 10 si augurano che i
figli una volta grandi trovino subito un lavoro, con un picco di oltre
l’85% in Sicilia e Sardegna, nel nord ovest dell’Italia per il 72,1%
dei genitori non è un problema che il figlio o la figlia resti in
famiglia in attesa di trovare una sistemazione in linea con le proprie
aspirazioni.
Ma con una disoccupazione giovanile che in Italia raggiunge il 31,9% –
conclude Uecoop - quella di vivere con mamma e papà senza potersi
creare una propria famiglia sembra sempre più una scelta quasi
obbligata con i giovani italiani che sono tra quelli dell'Unione
Europea che - conclude Uecoop su dati Eurostat - restano piu a lungo
nella casa dei loro genitori, fino a oltre 30 anni di età in media
contro i 18,5 anni della Svezia, i 21,1 anni della Danimarca e i 22
anni della Finlandia.