Ultima giornata domenica 8 settembre in Gallura per il festival San
Teodoro Jazz, la rassegna ideata e diretta dal clarinettista teodorino
Matteo Pastorino (da anni trapiantato a Parigi), patrocinata e
supportata con forza e convinzione dall’Assessorato alla Cultura e al
Turismo del Comune di San Teodoro.
Il primo appuntamento, domani, si terrà presso i Giardini di Cala
Brandinchi, alle 18 con il trio del giovane e talentuoso sassofonista
Elias Lapia, vincitore nel 2019 vincitore della XVIII edizione del
Premio Internazionale Massimo Urbani e del Premio Imaie. Il musicista
originario della provincia di Nuoro, sarà accompagnato da Nicola
Muresu al contrabbasso e Francesco Ciniglio alla batteria.
A seguire, concerto e jam session con ospiti a sorpresa presso
“Galusè” (via Tirreno 13) per chiudere in bellezza la quarta edizione
del festival San Teodoro Jazz.
La manifestazione quest'anno si è caratterizzata per una cinque giorni
ricca di concerti, masterclass, presentazioni e jam session con il
quintetto del batterista Roberto Gatto, il pianista statunitense Danny
Grissett, il sassofonista Francesco Bearzatti, il chitarrista Federico
Casagrande, e poi il bassista Dario Deidda, il batterista Francesco
Ciniglio, il quintetto Entropy, l’hammondista Jim Solinas, tra gli
altri.
Il festival San Teodoro Jazz è organizzato dall’Associazione Culturale
San Teodoro Jazz con il patrocinio e supporto del Comune di San
Teodoro, in collaborazione con I Giardini di Cala Brandinchi, La
Posta, il Verso Sud, Lu Brutoni, Galusé, Mousiké, Lukamura, Ristorante
La Mesenda, Terra di Mare-Resort & Spa, Coclea Relais, Florian Café &
B&B e B&B Francy.
L’ingresso ai concerti è libero.
IL FESTIVAL - Il festival San Teodoro Jazz nasce nel 2016 da un’idea
del clarinettista di San Teodoro Matteo Pastorino, in stretta
collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di San
Teodoro e le associazioni Musicultura Sardegna e San Teodoro Jazz, con
il chiaro obiettivo di creare nella suggestiva zona della Gallura e
dell’intero Mediterraneo un appuntamento destinato a crescere ed
evolversi negli anni con proposte qualitative, di spessore,
costantemente aperte alla contaminazione: aspetti congeniti in un
genere ibrido e geneticamente aperto a nuove influenze come il jazz,
genere che in terra sarda ha attecchito prolificamente conquistando il
favore del pubblico e vantando un numero sempre più elevato di
musicisti di spessore e qualità.
IL LUOGO - Conosciuto in Gallura come Santu Diàdoru, il borgo è
abitato da poco meno di cinquemila residenti in inverno, animato da
decine di migliaia di turisti d’estate. Il centro prese vita nel XVII
secolo, nell’immediato entroterra alle pendici orientali del massiccio
di monte Nieddu, quando pastori e pescatori popolarono la splendida
porzione di terra, frequentata comunque sin dalla preistoria. Il
nuraghe della borgata Naracheddu è la testimonianza più rilevante.
Esisteva un centro abitato anche in età romana: i reperti archeologici
sono documentati nel museo del Mare. Fra gli appuntamenti da non
perdere, le feste del patrono san Teodoro, la cui chiesa fu
ricostruita a metà XX secolo, e quella di sant’Andrea, che si svolge
nel quartiere di Montipitrosu.
Molto suggestivi i fuochi di sant’Antonio Abate, festa detta Lu
Fuculoni, durante la quale la popolazione si raccoglie attorno ai falò
in onore del santo. San Teodoro è luogo di delizie per il palato: a
maggio ecco l’Aglióla, dove assaporare i piatti tipici. La cucina ti
conquisterà con la zuppa gallurese, fatta con pane, formaggio e brodo
di manzo. Arrivato al dolce, fatti tentare da cucciuléddi milàti,
fagottini al miele, frisjióli léti, frittelle, e niuléddha, con
mandorla e arancia grattugiata. Tutto accompagnato da un calice di
vermentino di Gallura.