Tra miti e realtà: Le streghe sarde che hanno sfidato il tempo

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  Nelle pieghe della storia sarda, tra i sentieri nascosti e le verità celate, emergono figure di donne la cui esistenza ha toccato i confini dell'ordinario e dell'extraordinario. 

  Due nomi, Perdita Basigheddu e Julia Carta, eco di un passato avvolto nel mistero, portano con sé storie di coraggio, conoscenza e sopravvivenza in un'epoca che poco spazio lasciava alla diversità. Non semplici leggende, ma persone in carne e ossa che hanno vissuto, amato e sofferto in Sardegna, terra fertile di racconti e antiche credenze. 

  Perdita Basigheddu: La Visionaria di Nuoro 

  Nel XVI secolo, il nome di Perdita Basigheddu risuonava tra i vicoli di Nuoro, non solo per la sua conoscenza delle erbe officinali ma per la capacità di trasformarle in rimedi e unguenti. Una sapienza che, sebbene fosse fonte di vita per molti, attrasse l'attenzione dell'Inquisizione, che non tardò a marchiarla come strega. Le accuse furono gravi: stregoneria e un patto inconfessabile con il demonio. Eppure, nonostante la condanna a morte, il destino le riservò un capovolgimento di scena: divenne servitrice della Chiesa, si guadagnò la libertà e, in segno di gratitudine o forse di sfida, commissionò una campana per la chiesa della Madonna della Solitudine di Nuoro. La sua è una storia di resistenza, un messaggio vibrante dal passato che ricorda la forza dell'individuo di fronte all'avversità.

  Julia Carta: La Memoria di Siligo 

  Julia Carta, nata a Mores nel 1561, portava in sé i segreti tramandati dalla nonna, un'eredità di conoscenze sulle erbe, gli amuleti e le parole magiche (Is Brebus) che la fecero emergere come guaritrice e indovina. La sua fama varcò i confini di Siligo, attirando l'attenzione della Santa Inquisizione, che la condannò per eresia e magia. Dopo anni di prigionia e processi, Julia evitò il rogo, ma il suo destino finale rimane avvolto nel silenzio. Oggi, la sua memoria vive in un limbo, tra il riconoscimento ufficiale e la negazione, una testimonianza della complessità di giudicare il passato con gli occhi del presente.

  Eredità e Memoria

  Le storie di Perdita e Julia non sono solo cronache di un'epoca in cui la magia e la conoscenza si intrecciavano pericolosamente con la superstizione e il potere. Sono ricordi vividi di due donne che, in modi diversi, hanno lottato per la propria esistenza, usando le loro abilità per navigare in un mondo che non le comprendeva. Nel raccontare le loro vite, la Sardegna ci offre non solo un viaggio nel tempo ma un invito a riflettere sulla resilienza umana e sulla capacità di trasformare l'ingiustizia in un'eredità di forza e determinazione. 

  La negazione di una strada intitolata a Julia Carta a Siligo simboleggia la lotta continua tra dimenticanza e commemorazione, tra il desiderio di seppellire il passato e la necessità di riconoscerlo. In una terra come la Sardegna, dove il vento porta ancora i sussurri degli antenati e le ombre si muovono al confine tra realtà e magia, le storie di Perdita Basigheddu e Julia Carta restano testimoni di un passato che continua a sfidare il tempo, invitandoci a guardare oltre le apparenze e a ricercare, nel profondo, le verità nascoste dietro le leggende.