Come da consuetudine, quando viene chiamato in causa su qualunque
tema, il sindaco Mario Bruno, con abilità sorprendente , irrompe
sui media facendo intendere ai destinatari di avere già da tempo
individuato ed adottato la miglior soluzione possibile per superare,
d’un balzo, qualsivoglia criticità.
Ed ecco che senza smentirsi e con enfasi occupa la seconda pagina di
un quotidiano regionale cercando ancora una volta di apparire colui
il quale salva dal disastro un territorio.
Dopo essersi arreso senza combattere, se non tardivamente e per
costituirsi un alibi, nella partita del sostegno ai low cost, si
ascrive il merito di aver iniziato a creare sin dal 2014 una
destinazione turistica valida per tutto l’anno, perché il balneare non
basta, e snocciola un elenco di iniziative che escluse quelle gestite
da altri soggetti, come il mondiale di Rally e il Giro d’Italia, solo
per citare le più importanti, si sono rivelate essere iniziative fini
a se stesse, scarsamente o per nulla promosse nei tempi e nei luoghi
adeguati, incapaci, di riflesso, di generare ricadute misurabili.
Nonostante la continua disponibilità messa in campo dalle
organizzazioni del comparto turistico, che hanno sempre risposto alle
chiamate dell’Amministrazione e che, tra le altre cose, hanno messo
a disposizione del Comune anche un progetto per la promozione sul web
della destinazione e un regolamento per la costituzione di una
Consulta tecnica per il turismo, l’operato del sindaco e degli
assessori di riferimento non è mai andato oltre le dichiarazioni
d’intento, senza tradursi, se non marginalmente, tardivamente e in
modo irrilevante, in azioni di sistema, tanto meno in azioni
finalizzate a realizzare una strategia condivisa.
Il sindaco o l’assessore del turismo prendano da subito, con
l’indispensabile e reale coinvolgimento di tutti gli operatori,
l’iniziativa per costituire una Destination Management Organization di
ultima generazione, che é ormai universalmente riconosciuto come lo
strumento ideale per gestire una destinazione turistica.
Non è sufficiente narrare le cose, annunciarle pubblicamente: vanno
fatte le cose che servono, vanno fatte concretamente e vanno fatte
bene!
Se qualcuno si prendesse poi la briga di leggere con cura le modifiche
recentemente apportate allo statuto della Fondazione Alghero ( ex META
) capirebbe subito che la stessa é stata completamente snaturata,
trasformandola di fatto da una fondazione di partecipazione in una
fondazione “in house”, nella quale é stato svuotato il ruolo del
Consiglio di amministrazione e ridotto all’ininfluenza il ruolo dei
privati che dovessero aderire; e questo solo per rafforzare
inappropiatamente il ruolo dell’Amministrazione.
Altro che apertura ai
privati!
Su due cose il sindaco mi trova perfettamente d’accordo: l’impegno
corale per incrementare i collegamenti aerei e i flussi di traffico
e la realizzazione di nuove strutture alberghiere e la
riqualificazione delle esistenti con standard qualitativi elevati e
adeguati alla domanda. Scelte indispensabili se si vorrà offrire
qualità e intercettare la domanda di posti letto di importanti tour
operator.
Sul primo punto é imprescindibile un ruolo proattivo della Sogeaal,
alla stregua di quanto avviene con le società di gestione degli altri
scali sardi con l’indispensabile partecipazione degli enti locali e
della collettività locale.
Sul secondo punto, sará utile che la
maggioranza al governo della Regione, approvi il prima possibile la
nuova legge urbanistica, e la maggioranza in comune il Piano
Urbanistico Comunale che consentano la realizzazione di questi
progetti.
L’invito finale é quello di smetterla di pavoneggiarsi, assumendo da
subito ogni concreta iniziativa e misura utile a sovvertire la
tendenza al declino che interessa tutto il nord ovest della Sardegna.
Marco Di Gangi
Presidente Associazione / Club di prodotto Domos