Castelsardo: sul castello dei Doria non si placano le polemiche

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  "Domenica scorsa il Festival Musica sulle Bocche ci ha regalato le sue ultime emozionanti note. Il festival del musicista Enzo Favata, a partire dalla primavera dello scorso anno, aveva eletto Castelsardo come patria adottiva, grazie all'interessamento della giunta Cuccureddu, che lo aveva fortemente voluto. Si susseguirono ben 14 eventi, di cui una buona parte ad ingresso libero o con bigliettazione minima.

  Nell'edizione 2020 si sono tenuti solo quattro eventi, di cui tre a pagamento (negli altri comuni coinvolti i concerti erano gratuiti, tranne in un solo caso)". Lo sostengono in una nota Franco Cuccureddu e Maria Speranza Frassetto - consigliere di minoranza ed ex assessore alla cultura. "Forse si commette peccato a pensare che si voglia eliminare radicalmente quanto è stato voluto dalla precedente amministrazione. Prosegue la nota " Però, come si dice? A pensar male…. In fondo basta poco: è sufficiente snobbare ogni cosa, procedere con noncuranza e leggerezza, anche quando si tratta, come in questo caso, di uno dei dieci festival jazz più quotati dell'estate italiana (https://www.giornaledellamusica.it/articoli/i-10-festival-jazz-dellestate-italiana).

   Sentire il sindaco affermare dal palco, davanti a un pubblico di appassionati, che al festival jazz “ si è dato poco" a causa della "situazione burocratica" che ha impedito di fare "una cosa più grande", ci sembra francamente imbarazzante ed ipocrita. Siamo di fronte a posizioni incoerenti, su cui si cerca di barcamenarsi, fluttuando con estrema leggerezza, da una sponda all'altra, senza punti fermi, in un ambiguo e precario gioco di equilibri, nel tentativo di non scontentare nessuno, a cominciare dalla stessa compagine di maggioranza che, per quanto priva di un programma articolato e definito, non ha mai nascosto, anche in campagna elettorale, la propria avversione nei confronti del ricco calendario di eventi artistici e culturali proposto negli anni passati dalle giunte targate Franco Cuccureddu.

  La stessa sorte del festival jazz è spettata, più o meno, al festival "Un'Isola in Rete" che ha fatto parlare di sé tutta la nazione, riuscendo a piazzarsi primo in assoluto in Italia nella classifica relativa al bando del Ministero dei Beni Culturali, sfidando e superando grandi e famosi enti e istituzioni delle più note e prestigiose città italiane (http://annoeuropeo2018.beniculturali.it/wp-content/uploads/2018/12/Tabella-A-1.pdf). Stando agli atti è evidente che, in entrambi i casi, l'amministrazione ha negato la quota di cofinanziamento necessaria per la loro sopravvivenza, non preoccupandosi del rischio di perdere anche questi due importantissimi festival, così come ha perso altre attrazioni importanti quali, ad esempio, il “World Music Festival”.

   Queste iniziative non moriranno, sia chiaro, e non credo che gli organizzatori si preoccupino, perché sanno bene che i loro eventi troveranno accoglienza e continueranno a rifiorire altrove per divenire il vanto, l'orgoglio, il fiore all'occhiello di altri comuni, in cui amministratori più saggi e lungimiranti li aspettano a braccia aperte. Sarebbe solo Castelsardo a perderli per sempre. Disturba così tanto che si parli di Castelsardo in tutta Italia? Che sui giornali, nelle riviste specializzate, il nostro borgo, uno dei più belli d’Italia, venga citato come eccellenza in alcuni campo culturale? Si intende dare impulso al turismo o si preferisce perseverare con eventi improponibili, di basso livello e di scarso interesse, oltre che offensivi per le orecchie dei cittadini, come quella musica lanciata a palla dalle antiche mura?

   Perché non si adotta un atteggiamento più serio e si pensa ad attrarre quella fascia di turismo che gli altri non possono avere? Non si parla di prestigio fine a sé stesso, si tratta di ulteriori opportunità per creare indotto, dunque occasioni di lavoro per tutti. È in ogni caso lampante che nessuno sceglierà Castelsardo grazie agli eventi che si prediligono attualmente. Si facciano scelte meno ignave, per una volta! Si scelga la carne o il pesce, si incoraggino le opportunità che creano la differenza, a cominciare dalle fonti di attrazione per specifici target.

  Questa è la nostra vision, sia chiaro, ma partendo dal presupposto che è più che lecito discordare da quanto realizzato dalle precedenti amministrazioni, si potrebbe chiarire qual è la posizione della maggioranza riguardo alla cultura, dal momento che non esiste un programma elettorale o amministrativo concreto e che, per ora ha prevalso solo lo spirito disfattista del distruggere senza costruire valide alternative. Se questo assessorato risultasse superfluo, sarebbe interessante sapere se, casomai, non se ne stia valutando addirittura la soppressione.

  I Purtroppo, per effetto di tanta impudenza, chi quest'anno ha trascorso per la prima volta le vacanze a Castelsardo tra luglio e agosto - pur se affascinato dalle bellezze naturali del borgo dei Doria, dall'eccellenza della cucina dei suoi ristoranti, dalla sua storia - ha potuto sperimentare anche la noia di una vacanza priva di eventi. E nonostante il lodevole sforzo di molte attività per porvi rimedio, contando solo sulle proprie forze, non è così scontato che il deluso visitatore decida di ritornare. Forse non si è capito che la storiella di comodo del Covid non ha convinto nessuno: la pandemia non ha colpito a Castelsardo più che altrove, eppure nessun comune a vocazione turistica che si rispetti è stato tanto inerte. Ma come si fa, proprio quando la gente ha più che mai necessità di lavorare, a far scappare i turisti nelle afose e lunghe sere d'estate, verso i comuni vicini per trovare intrattenimento o stimoli culturali?

   Perché utilizzare la scusa che quest'anno mancano i fondi per gli eventi? I mancati introiti per il calo dei turisti (tassa di soggiorno in primis) verranno compensati dallo Stato. Certo si è vissuta una stagione atipica e difficile e, purtroppo, non sembra ancora finita. Ma proprio in ragione di ciò riteniamo che sarebbe stato più che mai necessario raddoppiare gli sforzi e creare occasioni per attrarre visitatori, ovviamente con tutte le dovute cautele, a partire dalle grandi mostre nel Castello (come quelle ospitate nel recente passato da Goya ai grandi artisti ìsardi del ‘900).

  Ci auguriamo - conclude la nota dei consiglieri di minoranza di Castelsardo - per il futuro che si faccia tesoro dell’esperienza e della competenza acquisita negli anni passati dalla nostra città, come luogo dinamico e capace, a dispetto della ridotta dimensione demografica, di organizzare grandi eventi culturali e di spettacolo e festival internazionali di prim’ordine, con una notevole ricaduta in termini di marketing territoriale, di eccellente reputazione, che purtroppo si stà rapidamente vanificando.