«Il Ministro Boccia bene farebbe a chiarire come e perché i cittadini
sardi siano discriminati in alcune regioni senza che il Governo abbia
detto una parola. Lazio, Campania e Puglia hanno adottato ordinanze
che impongono a chi rientra dalla Sardegna il tampone e la quarantena.
E’ di oggi la notizia di una famiglia sarda con bambini, che
riconosciuta all’ingresso dello zoo di Roma per via della nostra
lingua, è stata fermata e le è stato impedito l’accesso sulla base di
disposizioni amministrative della Regione Lazio, per paura che potesse
contagiare gli animali.
E su questo il Governo di Boccia, quello che
si dichiara “vicino alla Sardegna” , non ha avviato nessuna
istruttoria, nessuna verifica di legittimità costituzionale, non ha
nemmeno sentito il bisogno di chiedere scusa», ha dichiarato il
Presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas, in risposta alle
dichiarazioni rese dal Ministro degli affari regionali Francesco
Boccia.
«Abbiamo subito dalla metà di Agosto un attacco politico e mediatico
senza precedenti nei confronti della Sardegna da parte di Regioni del
centrosinistra, che hanno creato un danno enorme all’immagine
dell’Isola volendola rappresentare come epicentro della nuova ondata
di Coronavirus.
Ora – prosegue il Governatore sardo – “stranamente” lo
stesso leitmotiv viene ripreso dal Ministro Boccia con una
inaccettabile mistificazione della realtà. Basti vedere i numeri
diffusi oggi dallo stesso Governo per smentire le sue parole e
comprendere chi stia facendo propaganda sulla pelle dei sardi: su
1.458 nuovi casi in Italia, solo 33 sono segnalati in Sardegna mentre
il Lazio e l’Emilia sono a 143 e la Campania a 122. E il problema
saremmo noi?
Boccia addirittura afferma che solo in Sardegna i
protocolli nazionali non funzionerebbero ma dimentica di sottolineare
che nel resto d’Italia stanno funzionando talmente meglio che ci sono
37.105 casi attuali contro i nostri 1.404, la cui genesi
epidemiologica è interamente riconducibile a casi d’importazione o di
ritorno».
L’indagine epidemiologica nazionale ha certificato che con il più
basso indice di sieroprevalenza del Paese, pari a 0,3, fino a luglio
la Sardegna non ha avuto circolazione virale, prosegie il Presidente.
Avevamo chiesto di preservare questa situazione attraverso un sistema
di controlli che il Governo non ha voluto accettare ed in particolare
il Ministro Boccia ha osteggiato in qualsiasi modo a favore di una
riapertura senza filtri della circolazione di persone in tutto il
territorio nazionale e dall’estero. Risultato: i grandi flussi
turistici registrati in Sardegna, con oltre 10 milioni di presenze,
hanno riportato il virus e favorito la sua diffusione, che abbiamo
comunque affrontato in maniera ordinata e tempestiva con il nostro
servizio sanitario regionale.
«La proposta di accordo con la sola Regione Lazio, che non abbiamo
accettato, era a dir poco paradossale: proponeva i controlli ( che in
quel caso sarebbero stati inspiegabilmente “costituzionali” ) solo
lungo le rotte marittime tra porti sardi e Civitavecchia, lasciando
che sul resto delle linee via mare ed in tutti gli aeroporti la gente
potesse continuare ad entrare in Sardegna senza controllo».
«L’ordinanza non parla di alcun passaporto sanitario, chiarisce il
Presidente Solinas.
Anche questa volta è la propaganda di regime che
cerca di mistificare il nostro modello per contrastarlo, esattamente
come ha fatto con i numeri dei positivi: abbiamo assistito ad annunci
di positivi in un camping dati a reti unificate prima ancora che
fossero effettuati i test di laboratorio, che hanno certificato
l’esatto opposto. Si è creato un caso nazionale su un noto locale
della Costa Smeralda, attribuendogli oltre 60 casi positivi mentre i
dati ufficiali ci dicono che erano 32 e soprattutto lascia sgomenti
come tutta la comunicazione si sia concentrata su questo mentre nelle
stesse ore venivano registrati 133 casi positivi in una discoteca di
Cervia.
Stranezze di una propaganda geopoliticamente selettiva».
«I pasticci e la propaganda non appartengono certo all’operato della
Regione Sardegna ma suggerisco cristianamente, conclude il Presidente
Solinas, a chi rivolge queste accuse di indagare dentro il proprio
occhio, perché ne trarrebbe nuove e più corrette consapevolezze».