“Amministrare è importante ma non basta: è necessario programmare.
Programmare significa costruire un progetto socio-economico e Alghero
ha estremo bisogno di “sviluppo”. Ne hanno bisogno soprattutto le
nuove generazioni”. Mario Conoci lo afferma nelle sue dichiarazioni
programmatiche con le quali traccia la strada dei prossimi anni. La
parola d’ordine dovrà essere “integrazione”, integrazione tra passato
e presente guardando al futuro. Il turismo avrà un ruolo strategico,
“deve diventare – afferma - il terminale principale dei processi
produttivi del nostro territorio. Vanno incoraggiate e sostenute tutte
le iniziative che mirano a creare un mercato di consumo all'interno
dell'attività turistica”.
Richiama la necessità di creare
un'integrazione funzionale fra le diverse filiere produttive e il
settore turistico, “capace di avviare un meccanismo virtuoso che
consenta di attrarre ingenti risorse finanziarie che oggi l'UE mette a
disposizione dei comparti produttivi (agricoltura in primis)
collegandole al settore turistico (che dispone di minori risorse
pubbliche)”.
“Identità, lingua, cultura, patrimonio archeologico e artistico,
ambiente, ma anche, produzioni agricole e agroalimentari, produzioni
artigianali, commercio, servizi, e ancora, tradizioni, ed eventi . E
tutto questo con la formazione, l’innovazione, la ricerca. Questa è
la strada” – spiega.
Lo strumento principe il turismo, o meglio “i
turismi” che tutti questi valori possono alimentare e far crescere a
vantaggio di tutti”.
Al centro ci sono i rapporti con la Regione, con le municipalità
dell’area vasta, con quelle che per vocazione culturale o produttiva
possono avere interesse a cooperare per il raggiungimento di comuni
obbiettivi di sviluppo.
Il Sindaco ricorda “che l'avvio del nostro mandato amministrativo
coincide con quello dell'attuale amministrazione regionale. Mi auguro
che questa forma di parallelismo amministrativo possa essere di aiuto
per la nostra comunità affinché tutte le nostre aspettative di
crescita e di sviluppo possano godere di questa condizione operativa
per irrobustire i nostri comparti economici e le nostre aziende e,
quindi, per la creazione di posti di lavoro, per migliorare le
politiche ambientali, per valorizzare i giacimenti culturali,
materiali e immateriali di Alghero.
Per rendere migliore, insomma, la
vita dei cittadini”.
Alghero città centro del Meditarraneo, ha un dna internazionale e
quindi, anche per questo, la realtà geo-politica nella quale è
inserita non si esaurisce nello schema istituzionale di Regione, Stato
e Unione Europea. “Alghero può e deve ambire a svolgere un ruolo più
grande – aggiunge - Il rispetto dei confini (individuali e
collettivi) è un principio sacrosanto, sul quale poggia la possibilità
di ogni convivenza. Tale rispetto deve essere però la base su cui
costruire rapporti di cooperazione e anche questi rapporti possono e
devono essere oggetti del metodo programmatorio. Appare quindi
opportuno che la Città di Alghero sostenga l’idea dell’attivazione di
una Macroregione europea del Mediterraneo occidentale aperta ai paesi
del Maghreb, il cui compito iniziale sarebbe proprio promuovere e
sostenere il metodo della programmazione locale per lo sviluppo
generale.
Alghero può farlo.
Si inizia il lavoro, quindi, ad iniziare dalla macchina
amministrativa, ridotta ai minimi termini: riorganizzazione fisica
degli uffici, revisione ragionata della ripartizione della
macrostruttura e della dotazione organica. “Una dotazione organica mal
distribuita corre il rischio di determinare sia il mancato
raggiungimento degli obbiettivi di governo che di demotivare ed
avvilire la compagine dei dipendenti dell’Ente”, conclude.