Ce l'avranno anche duro ma sotto il sole di Alghero non ha-retto, si è
liquefatto, in pochi giorni è diventato come un cornetto messo dentro
un forno a micro onde.
Nel carruzzo hanno abbattuto le barriere architettoniche e sono tutti
scivolati via lasciando Colpo di Culo con il cerino in mano.
L'estate 2019 si annuncia all'insegna dell'incertezza per quanto
riguarda le presenze turistiche, ma in compenso la città catalana si
appresta a ottenere dall'Unesco quel riconoscimento che monsignore ha
soltanto millantato. Con gli ultimi avvenimenti della politica
algherese, quella che ha vinto le elezioni amministrative, Alghero sta
per diventare patrimonio dell'umanità.
Resta da individuare ancora in quale specifica sezione (i lettori
possono dare libero sfogo alla fantasia).
Si è detto delle barriere architettoniche: averle abbattute è un
segno di grande civiltà ma forse prima bisognava capire che cosa c'era
dentro il recinto, un piccolo monitoraggio nell'appartamento che si
stava prendendo in affitto e un po più di rispetto per il padrone di
casa. Ma niente di tutto questo è avvenuto e così Karolino ha fatto i
bagagli, Baywatch vuole la sabbia color corallo altrimenti manda
tutti al culo e Fior di Loto ha deciso di appoggiare il suo lato B
almeno sulla poltrona che occupava Pannolone.
Mancando dalle trattative monsignore, al quale poco ha giovato la
protezione della Isthumbadda di Monte Rosello, non c'è nessun altro
che possa procedere alla moltiplicazione di sedie e sgabelli.
Con la borsa della spesa a disposizione del Moro catalano sono saltati
tutti i numeri. La follia gioiosa di questi ultimi giorni appare
contagiosa. C'è aria di un gruppo misto ospedal-montagnino, ma ancora: una formazione che si era presentata con un binomio rischia di avere
soltanto un passaggio ponte, anzichè la cuccetta.
Perfino Moana è
sorpresa, ne ha visto di tutti i colori ma questa gli mancava: il
partito del vento che soffia dalla Padania si è scontrato con il
maestrale che da queste parti non scherza. E quando si incazza lascia
anche il segno.
Questa storia del duro che diventa molle riporta alla memoria il
settimanale satirico Cuore che titolava: "I limiti della democrazia: troppi coglioni alle urne". E se lo diceva uno di sinistra come
Michele Serra bisogna crederci. Ma anche la battuta di Emilio Fede: "Che figura di merda..."