"Per il Partito dei Sardi le elezioni amministrative di giugno saranno
il primo vero banco di prova, dopo le elezioni sarde di febbraio, che
sfiderà la capacità dei partiti indipendentisti di ritrovarsi in un
quadro unitario che guardi compatto al mondo del civismo, dell'impegno
sociale, della tutela dei diritti, che sappia rifuggire da qualsiasi
astensionismo per ambire ad una dimensione governativa e di guida
delle comunità Sarde".
Lo sostiene una nota del Pds che aggiunge: "Ecco perché in queste settimane, peraltro dedicate alla preparazione
del Congresso, abbiamo privilegiato il confronto solo con forze
politiche a noi affini e con le quali ci siamo ritrovate nella
strategia della "convergenza" sui programmi e sui temi specifici,
giungendo ad un punto di sintesi estremamente avanzato.
Non essendo organici né all'attuale centrosinistra né al centrodestra,
non partecipiamo a tavoli politici ma solo a occasioni programmatiche
di costruzione di un percorso che guardi al buon governo e alla buona
amministrazione dei nostri Comuni.
Pensiamo infatti che un indipendentismo moderno possa nutrire
adeguatamente la voglia di rappresentanza e di autorevolezza -
conclude il Pds - che si registra nelle nostre Comunità e sappia
concorrere a governare meglio di altri processi complessi perché più
di altri non abbiamo dimenticato né chi siamo né da dove veniamo".