Per il centro sinistra algherese le ultime elezioni regionali hanno
indicato in maniera chiara la candidatura a sindaco per le prossime
amministrative del 26 di maggio : quella di Raimondo Cacciotto.
Pur non essendo stato eletto il 24 di febbraio per una manciata di
voti, il consigliere regionale algherese uscente ha comunque ottenuto
un risultato elettorale decisamente significativo che lo colloca come
prima scelta se davvero si vuole ricostruire quell'area politica
ormai da anni in caduta libera e che vede ancora i protagonisti dello
sfascio fare finta di niente e addirittura, perfino riproporsi.
Cacciotto, persona equilibrata che gode di un consenso trasversale,
potrebbe inoltre rappresentare il vero punto di partenza per il
recupero di credibilità del centrosinistra frantumato dalle risse,
interne, dai veleni e soprattutto da personalismi schizzofrenici che
poco hanno a che fare con l'interesse generale.
L'ex consigliere regionale infatti ha tutte le caratteristiche, umane,
culturali e di personalità, per recuperare le divisioni che si sono
determinate nel centro sinistra con l'avvento dell'attuale sindaco
Mario Bruno. Non va dimenticato infatti che quest'ultimo, dopo aver
svolto per ben 10 anni il ruolo di consigliere regionale del Partito
Democratico, nel momento in cui la direzione del suo stesso partito
aveva optato democraticramente per una scelta a sindaco diversa,
Enrico Daga, è uscito dal partito.
Ha formato una lista civica, sostenuto a dire il vero da gruppi
imprenditoriali locali e non che se ne sono pentiti subito dopo, e ha
mandato il Pd all'opposizione.
Operazione che gli è riuscita soprattutto per l'apporto elettorale
proprio di Raimondo Cacciotto, esponente di un gruppo familiare molto
stimato in città e che gode di credibilità anche negli ambienti della
chiesa algherese.
Riferimento quest'ultimo non proprio secondario nel
momento in cui si entra nell'urna.
Il ragionamento sulla figura di Cacciotto sta circolando negli
ambienti del centro sinistra, in quella parte che ideologicamente è
vicina all'area progressista ma che è rimasta piuttosto perplessa, e
spesso sconcertata, dalla gestione di Mario Bruno la cui elezione, va
ricordato, avvenne per l'apporto di un partito del centrodestra, l'Udc, che su Alghero voleva sperimentare una sorta di laboratorio
politico in vista di movimentazioni a livello regionale e nazionale.
Che in qualche caso si sono concretizzate. Un incontro quasi
innaturale quindi i cui risultati sono oggi sotto gli occhi di tutti.
Ma anche nello stesso Pd ci sono settori che vogliono riprendere a
fare politica, quella seria, occuparsi dei problemi della gente, e non
in via esclusiva delle esigenze personali, di immagine e di carriera
del podestà di turno.