«La battaglia sull’insularità e sulle accise, sostenute da un consenso
popolare incredibile, deve proseguire con fermezza e determinazione.
Il governo deve essere al fianco dei sardi».
Lo hanno detto i Riformatori sardi al termine dell’incontro con il
sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti che
si è impegnato a facilitare l’iter della proposta di legge
costituzionale sull’insularità e a rivedere le norme di attuazione
firmate da Renzi e Pigliaru sulle accise.
L’incontro a tre (il coordinatore regionale dei Riformatori, Pietrino
Fois, il candidato presidente del centrodestra Christian Solinas e
appunto Giorgetti) si è svolto a Cagliari nella sede del leader della
coalizione.
L’inserimento del principio di insularità nella Costituzione è una
importante precondizione per godere dello sviluppo della Sardegna e
delle altre isole italiane.
L'obiettivo è quello di avere, all’interno
dell’UE, cittadini non più discriminati e superare, così, gli
svantaggi legati all’insularità, certamente non più tollerabili di
questi tempi.
Ad iniziare dai prezzo dei servizi, più costosi a causa del “fattore
trasporti”, per finire con l’energia e con l’enorme costo della spesa
per la sanità sarda. Per questo motivo, hanno detto i Riformatori
sardi al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio «chiediamo che
il “principio di insularità” diventi un principio costituzionale, con
un atto di responsabilità dello Stato italiano chiamato a riconoscere
le peculiarità delle isole e allontanare gli svantaggi legati
all’insularità di tutti gli italiani che vi risiedono».
Il Comitato per l’Insularità ha ricordato a Giorgetti di aver scritto
al Presidente del Consiglio, che ha anche incontrato la settimana
scorsa.
«È importante che in questa battaglia il governo sia al nostro
fianco, sostenendo in Parlamento la proposta di legge costituzionale».
Ma a Giorgetti i Riformatori hanno anche ricordato alla battaglia per
le accise, cioè alla vertenza per riscuotere in Sardegna della
compartecipazione sulle imposte gravanti sui prodotti petroliferi
“fabbricati” in Sardegna. «La nostra iniziativa - hanno spiegato –
per il riconoscimento dello Stato a favore della Regione Autonoma
della Sardegna della compartecipazione sulle accise gravanti su tutti
i prodotti petroliferi fabbricati in Sardegna, e non sui soli prodotti
consumati in Sardegna , costituisce ancora oggi, una delle più grandi
conquiste del popolo sardo in difesa dei propri diritti
costituzionali sanciti dall’articolo 8 dello Statuto della Sardegna».
Una iniziativa storica con la quale si rivendica un credito che la
Sardegna vanta nei suoi confronti e la cui entità è di oltre quattro
miliardi/annui di euro.
«Non c‘è davvero bisogno di grandi menti giuridiche, lo Statuto è
chiarissimo, le accise sono imposte di fabbricazione e non di consumo
e alla Sardegna spetta la compartecipazione nella misura dei 9/10 di
tutte quelle “generate” nel territorio regionale, non solo quelle
percette in loco. Si tratta di rivedere le norme di attuazione
dell’accordo Stato-Regione con riferimento all’art. 8 dello Statuto,
sottoscritte da al governo Renzi e dalla giunta Pigliaru.
Da questo vergognoso punto, che appare frutto di una inaccettabile
sudditanza del governo regionale nei confronti del governo centrale,
occorre rilanciare l’iniziativa dei Riformatori Sardi,per rivendicare
un diritto sacrosanto che politicamente tiene conto di un elemento
primario sul quale poggiano le nostre risorse: la salvaguardia e
tutela dell’ambiente».