Non è detto che all'età anagrafica corrisponda l'età biologica. La
vita sociale, lavorativa, fisica, non può e non deve fermarsi davanti
ad un numero. Da qui nasce l’idea della “Carta d'Identità Biologica”,
un documento in grado di “certificare” l’abilità delle persone in età
non più giovanissima.
L'iniziativa, concretizzatasi in una mozione destinata al consiglio
regionale prossimo venturo, è stata presentata questa mattina in
Consiglio Regionale dal primo firmatario del documento Michele Cossa e
dal capogruppo Attilio Dedoni.
“Imporre ad una persona di “smettere di esistere” per sopraggiunti
limiti di età – ha detto – provoca una serie di conseguenze sia sul
cittadino, che subisce un trauma motivazionale ma anche sull'intera
società, perché si traduce automaticamente in aumento della spesa
sociale e sanitaria. È infatti scientificamente dimostrato che chi
mantiene fisico e cervello attivi ha molte più possibilità di non
ammalarsi: la Carta d'Identità Biologica diventa lo strumento che
rende possibile l’utilizzo di quella enorme risorsa rappresentata
dalla popolazione anziana”.
La Carta d'Identità biologica sarà un documento nel quale una
Commissione costituita ad hoc certificherà l'individuo che dimostri –
oltre l'età anagrafica – un certo livello di abilità e competenze, di
condizioni psico-fisiche, e la volontà di proseguire a svolgere una
attività lavorativa o sociale, se lo ritiene.
“Si tratta di una forma di tutela contro le discriminazioni – ha
proseguito Cossa – perché chi raggiunge una determinata soglia i età
oggi viene classificato tra gli inattivi, scaricati ed emarginati
dalla società”.
“Il nostro cervello – ha aggiunto Patrizia Zuddas, studiosa e
ideatrice della Carta d'Identità Biologica – non è statico, ma si
adegua, si modifica, in base all'età ma anche in base alle esperienze
e all'attività. È un cervello plastico. Contrariamente a quanto si
pensava in passato, oggi la medicina ha raggiunto la ferma convinzione
che anche i meno giovani devono poter continuare ad avere un ruolo
attivo nella nostra società. La libertà individuale passa anche per
questo strumento normativo”.
Un valido esempio lo ha portato l'artista monserratino Gianni
Argiolas, che fin da bambino ha iniziato a dar estro alla sua fantasia
attraverso sculture e dipinti.
“Ho la stessa passione che avevo da
quando ho iniziato a formarmi nello studio di Cesare Cabras, a 6 anni
– ha detto – e non ho certo intenzione di fermarmi. Anzi, da quando ho
dato vita al Parco Artistico a Dolianova, non mi sono fermato ed oggi
in sei ettari di terreno ci sono oltre 250 opere”.
“Con questa mozione – ha concluso Attilio Dedoni, capogruppo dei
Riformatori in Consiglio Regionale – vogliamo portare la discussione
nelle Istituzioni, perchè abbiamo il dovere morale e politico di
valorizzare la persona cosidetta “anziana”, attraverso forme di
invecchiamento attivo, e la necessità di trovare mezzi efficaci per
combattere una subdola forma di discriminazione. La Carta d'Identità
Biologica è un importante tassello, perchè sarebbe lo strumento ideale
che possa valutare con parametri oggettivi le potenzialità
dell'individuo di essere utile alla società, indipendentemente dalla
sua età anagrafica”.