Il Presidente di Confartigianato Imprese Sud Sardegna, Luca Murgianu,
con la relazione “Da “Tutelami” alle nuove forme di abusivismo”, è
intervenuto al convegno organizzato dalla Camera di Commercio di
Cagliari dal titolo "Legalità e Contraffazione: Istituzioni e
Associazioni a confronto", in svolgimento presso la Sala Tola-Sulis,
quartiere fieristico di Cagliari.
Nell’intervento, il Presidente ha ricordato come, nel settembre 2015,
Confartigianato abbia sottoscritto un protocollo d’intesa con la
Prefettura, gli Enti Locali e le altre Associazioni di Categoria per
la prevenzione e contrasto all’abusivismo commerciale e
contraffazione.
L’Organizzazione Artigiana, da anni, porta avanti
campagne di sensibilizzazione sulla necessità di affidarsi a operatori
regolari con le competenze e professionalità previste dalla normativa.
Nonostante questo impegno, i dati parlano di una vera e propria
emergenza.
Infatti, dal 2008 all’inizio del 2016, in Sardegna sono state svolte
2.342 operazioni contro la contraffazione e la tutela della legalità
che hanno portato a 1.470.000 pezzi sequestrati per 27 milioni di
controvalore di cui 9 milioni nella Cosmesi, 6 nelle Apparecchiature
Elettroniche, 3,5 nella Moda e 3,2 della Gioielleria. Il più alto
indice di artigianato manifatturiero sotto minaccia di concorrenza
sleale è stato rilevato a Cagliari con il 12,4%, seguito da Sassari
con l’11,6%, Nuoro con il 10,7% e Oristano con solo l’7,7% settori
dove i beni più contraffatti rimangono sempre i capi di abbigliamento,
gli accessori, le cinte, borse, calzature.
A causa della crisi e della
concorrenza sleale, le imprese dell’artigianato in Sardegna sono
passate da 43.018 del 2008 a 36.346 alla fine del 2016.
A prosecuzione di tale attività di contrasto al “nero” e
all’abusivismo, a febbraio 2016, dopo un confronto con gli organi
competenti, Confartigianato ha istituito in Sardegna la mail
tutelami@confartigianato-imprese.com per consentire a tutti, imprese e
privati, la segnalazione, in forma anonima e protetta, di tutte quelle
“attività irregolari” che danneggiano il tessuto imprenditoriale e, in
casi sempre più crescenti, anche la salute delle persone. L’azione è
continuata con una massiccia campagna informativa anche attraverso
l’affissione, nei laboratori artigiani, di locandine realizzate
apposta per l’iniziativa.
Secondo un’indagine dell’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna,
sono circa 24.407 le imprese artigiane sarde regolari danneggiate da
abusivismo, sommerso e lavoro nero, ben il 66% dell’intero comparto. I
numeri confermano come il comparto sia fortemente esposto, in maniera
più o meno grave, a una illegalità professionale che sta assumendo i
contorni dell’emergenza.
I settori più colpiti sono quelli del
“sistema casa” (edilizia e installazioni) con circa 14mila aziende
danneggiate, dell’acconciatura ed estetica con quasi 3mila imprese in
difficoltà e dei trasporti e magazzinaggio con 2.800 attività esposte.
Nel solo settore del “benessere-estetica” della Sardegna, che ha un
giro d’affari di 265 milioni di euro l’anno e circa 371 euro di spesa
pro capite, pari all’1,8% dell’ammontare della spesa per prodotti non
alimentari. Dai dati del dossier, emerge anche come nell’Isola siano
almeno 1.200 i lavoratori irregolari che, operando totalmente in nero
o ponendosi in una posizione “border line” nel rispetto delle regole,
creano ingenti danni alle imprese regolari. Confartigianato ha
sottolineato come la crisi abbia accentuato il proliferare di queste
“figure” e come sia sempre più elevato il rischio che una parte della
clientela ceda alla tentazione di risparmiare a scapito della qualità
del servizio.
Un esempio arriva dalle imprese che svolgono attività di
applicazione, ricostruzione e decorazione di unghie artificiali,
“l’onicotecnico”, realtà che vivono una situazione paradossale: la
normativa italiana, infatti, non disciplina la specifica figura
professionale e, di conseguenza, chiunque svolga interventi di
trattamento delle unghie artificiali può farlo se in possesso
dell’abilitazione di estetista. Confartigianato si sta occupando della
problematica a livello europeo e nazionale mentre a livello regionale
è stato chiesto un intervento della Regione Sardegna affinché si
faccia sentire presso i livelli istituzionali competenti per risolvere
al più presto il problema.
Murgianu ha anche ricordato le nuove forme di abusivismo 3.0 e forse
anche 4.0: “Siamo in un mercato globale, ma il nostro paese con
l’insieme di norme, “lacci e lacciuoli” è inadeguato per garantire
competitività alle nostre imprese 1.0, certamente colpevoli di non
aver innovato (fino a qualche tempo fa), ma che comunque sono soggette
a normative di settore vincolanti”.
Il Presidente di Confartigianato Sud Sardegna ha poi presentato i
risultati della campagna “Tutelami”: il 33,3% delle segnalazioni
proviene dal Sud Sardegna e dalla provincia di Nuoro, 13,3% dalla
Gallura e Sassari mentre solo il 6,7% dall’Ogliastra. Le segnalazioni
sono risultate molto precise e corredate di fotografie delle attività
indicate come abusive.
I casi più frequenti sono risultati quelli di imprese cessate al
registro imprese, ma ancora operanti seppur ignote all’erario, quelle
che svolgono, spesso presso la propria abitazione, dell’attività di
estetica e parruccheria, in maniera del tutto abusiva, in spregio alle
più elementari norme in materia di salute e sicurezza nei luoghi di
lavoro, quelli di lavorazioni complesse, pericolose realizzate da
soggetti del tutto privi di quei requisiti tecnici specifici
opportunamente richiesti alle imprese artigiane regolari (attività di
derattizzazione, disinfestazione etc.).
Ma le segnalazioni hanno anche
riguardato settori non propriamente artigiani come accaduto per le
guide turistiche improvvisate, organizzate sotto forma di ASD
(Associazione Sportiva Dilettantistica) che pertanto non sopportano i
costi sostenuti dalle imprese. L’elusione, in questo caso, avviene
emettendo, dietro compenso, a favore di quello che a tutti gli effetti
è un cliente la “tessera di socio sostenitore”.
Al termine, Murgianu ha chiesto che si dia risposta alla sempre più
crescente concorrenza sleale, che si aggiunge alla burocrazia, al
pagamento dei tributi e alle verifiche dei requisiti professionali.