La Sardegna in ginocchio tranne che per i cacciatori di piccioni - GriG non molla la presa

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  "La realtà supera sempre la fantasia e il Consiglio regionale della Sardegna ce lo ricorda autorevolmente." Lo sostiene una nota del Gurppo di Intervento Giuridico che si sofferma in un lungo comunicato sulle contraddizioni in essere nella Regione dei nuraghi."

  La pandemia di coronavirus Covid-19 - aggiunge la nota - sta causando centinaia e centinaia di contagiati e una lunga sequenza di lutti. Sta portando al tracollo il sistema ospedaliero isolano e sta gettando nella disperazione migliaia di persone che han perso il lavoro o rischiano di perderlo. Sta facendo scivolare nel progressivo disorientamento un’intera generazione di bambini e ragazzi.

   La chiusura di scuole, teatri, cinema, palestre sta aggravando sempre più la già esistente crisi sociale ed economica a fronte di una palese inadeguatezza di chi sta amministrando la Regione autonoma della Sardegna. Bazzecole, quisquilie, pinzellacchere, avrebbe detto il grande Totò, ci pensano i legislatori del Consiglio regionale isolano a riportarci alla realtà per affrontare energicamente i veri problemi della Sardegna.

   I progetti di legge n. 98 e n. 102, aventi medesimo oggetto “Modifiche alla legge regionale 29 luglio 1998, n. 23 (Norme per la protezione della fauna selvatica e per l’esercizio della caccia in Sardegna)”, sono all’ordine del giorno della V Commissione consiliare permanente “Attività Produttive” per provare a introdurre nell’ordinamento regionale, a titolo d’esempio, la fondamentale caccia al piccione inselvatichito, l’irrinunciabile caccia alla Tortora dal collare orientale, l’immancabile chiusura della stagione venatoria al 28 febbraio, la necessaria quanto attesissima automatica individuazione del cacciatore quale attuatore dei piani di contenimento della fauna selvatica.

   C’è da chiedersi davvero in quale realtà parallela vivano i legislatori regionali sardi. In ogni caso, come richiesto, l’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ha inviato (2 novembre 2020) le proprie osservazioni alle citate proposte di legge, ricordando che l’elenco delle specie cacciabili e i termini temporali delle stagioni venatorie sono tassativamente previsti dalla legge n. 157/1992 e s.m.i. (art. 18), così come i soggetti abilitati ad attuare i piani di contenimento faunistici (art. 19).

   Si tratta del nucleo minimo di tutela della fauna selvatica riconosciuto di competenza esclusiva statale per giurisprudenza costituzionale costante (Corte cost. n. 171 del 2019; Corte cost. n. 7 del 2019; Corte cost. n. 174 del 2017; Corte cost. n. 139 del 2017; Corte cost. n. 74 del 2017; Corte cost. n. 227 del 2003; Corte cost. n. 577 del 1990), così come di un elenco tassativo e inderogabile di soggetti autorizzati (vds. Corte cost. n. 44/2019; Corte cost. n. 217/2018; Corte cost. n. 174/2017;

  Corte cost. n. 139/2017), mentre, per giunta, è attualmente oggetto di contenzioso costituzionale la legge regionale Sardegna 27 febbraio 2020, n. 5 contenente disposizione con la medesima finalità." Il documento conclude con qualche domanda. "Domanda tanto banale quanto spontanea: ma i nostri autorevoli legislatori regionali sardi non hanno altro di più urgente e rilevante di cui occuparsi? E’ davvero troppo attendersi un sussulto di decenza?"