Non solo un festival cinematografico, con tanto di concorso
internazionale.
Life After Oil è sempre stato, secondo le intenzioni
del suo fondatore Massimiliano Mazzotta, un momento più ampio di
confronto sui temi della sostenibilità ambientale e dei diritti umani.
A partire dalle opere di filmmaker di tutto il mondo.
Uno sguardo sul pianeta che si è allargato con gli anni, come
dimostrano i numeri della settima edizione.
Oltre mille film iscritti,
da quasi cento Paesi diversi.
Più di novanta quelli selezionati (tra
corti e lungometraggi di diverso genere) per il programma del festival
che quest’anno si svolgerà attenendosi a tutte le misure di sicurezza
necessarie per l’emergenza sanitaria dovuta al Coronavirus.
Life After Oil 2020 parte giovedì 3 settembre da Ottana.
Sino a sabato
il festival si svilupperà nel paese in provincia di Nuoro, grazie
all’impegno dell’amministrazione comunale. «Dopo la tappa unica
dell’anno scorso – sottolinea il sindaco Franco Saba – quest’anno la
manifestazione si fermerà a Ottana per tre giornate.
Siamo molto
contenti di sostenere un festival di questo livello, così importante
anche come strumento di sensibilizzazione su temi come quelli
dell’ambiente e dei diritti umani che ci riguardano tutti».
Si comincia giovedì 3 settembre in piazza San Nicola, dalle 21, con
le prime proiezioni.
Tra i corti della serata “Oro Blanco” di Gisela
Carbajal Rodríguez, che indaga i danni ecologici dell’estrazione di
litio nel deserto di Atacama, e “Yasmina” di Ali Esmili e Claire
Cahen, sul tema dell’immigrazione, prima del lungometraggio iraniano
“Untimely” di Pouya Eshtehardi, incentrato su un soldato al confine
con il Pakistan.
Venerdì 4 e sabato 5 settembre previste proiezioni anche nel
pomeriggio, dalle 15.30 nella palestra comunale, oltre a quelle serali
in piazza.
Tra i tanti film di venerdì il breve documentario “Metamorphosis” di
Veronika Kuznetsova sulla violenza tra le mura domestiche e il
lungometraggio “Prison for Profit” di Ilse e Femke Van Velzen sul
carcere sudafricano di Mangaung affidato in gestione a società private.
Nel programma di sabato trovano spazi o tanti altri titoli e
soprattutto “L’oro in bocca” di Tomaso Mannoni che sarà presentato in
anteprima assoluta a Life After Oil.
Un corto che tra immagini di repertorio e girate per l’occasione
racconta la storia di Furtei e del suo territorio pesantemente
inquinato per l’attività di estrazione dell’oro.
A chiudere la tre
giorni di Ottana sarà un appuntamento musicale, quello con i
Transalento: Andrea Presa (didgeridoo, basso, percussioni, ritmi
elettronici) e Kavita Soni (voce).
Un progetto che unisce cultura
tribale e sonorità contemporanee.
Dall’8 al 13 settembre il festival si sposterà a Santa Teresa Gallura,
l’altro Comune che sostiene con forza Life After Oil.
Sostegno
fondamentale della manifestazione è la Fondazione Sardegna Film
Commission che fornisce al festival il suo prezioso supporto creativo,
logistico e organizzativo.
La manifestazione è patrocinata inoltre da comune di Oristano, comune
di Pattada, Conservatorio di Musica Giovanni Pierluigi da Palestrina a
Cagliari, MATTM Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio
e del Mare e MIBACT Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del
Turismo.