L’Eurispes, insieme alla Camera Penale della Gallura, presenterà i
risultati dell’Indagine sul Processo Penale in Italia, con particolare
riferimento ai risultati del Tribunale di Tempio.
L’incontro, a cui è invitata tutta la cittadinanza, si svolgerà
giovedì 12 dicembre alle ore 15,30, presso la Sala delle Conferenze
del Comune di Tempio.
All’evento interverranno il Presidente dell’Eurispes, Prof. Gian Maria
Fara, il Direttore Regionale, Avv. Gerolamo Balata, il Presidente
della Camera Penale della Gallura, Avv. Giovanni Azzena e l’Avv.
Domenico Putzolu, componente della Giunta Esecutiva dell’Unione delle
Camere Penali Italiane.
L’indagine, unica nel suo genere, realizzata per la prima volta nel
2008, da Eurispes in collaborazione con l’Unione delle Camere Penali,
era volta a verificare, secondo i criteri rigorosi della scienza
statistica, che cosa accadesse davvero nelle Aule giudiziarie del
nostro Paese.
L’idea della ricerca nasceva dalla constatazione, mai documentata fino
a quel momento, che l’esperienza quotidiana nelle Aule di giustizia
offrisse indicatori sul processo penale non espressi dai dati generali
raccolti ufficialmente, che non spiegano in definitiva quali siano le
vere ragioni del malfunzionamento del sistema.
È nata così l’idea di una ricerca destinata a costituire un punto di
non ritorno nelle annose dispute sulle cause della durata
irragionevole dei processi penali in Italia.
Ad undici anni di distanza (nel 2019), l’indagine è stata ripetuta con
lo stesso ambizioso obiettivo: monitorare i procedimenti attraverso
l’analisi di un campione statistico nazionale e comparare i risultati
con quelli già ottenuti.
L’indagine ha preso dunque in esame 32 Tribunali sul territorio
nazionale (Bari, Bologna, Brescia, Caltanissetta, Catania, Catanzaro,
Firenze, Genova, Lucca, Macerata, Milano, Monza, Napoli, Novara,
Nuoro, Padova, Palermo, Perugia, Pescara, Piacenza, Potenza, Reggio
Calabria, Roma, Salerno, Sassari, Tempio Pausania, Torino, Trani,
Trento, Trieste, Venezia, Viterbo), ed ha monitorato 13.755 processi.
Partendo dal campione utilizzato nel 2008 per il Primo Rapporto sul
Processo Penale in Italia, sono stati eliminati i tribunali ormai
soppressi (Melfi e Modica). L’elenco è stato integrato per garantire
la rappresentanza di quasi tutte le regioni; per le regioni più
popolose sono stati selezionati due o tre Tribunali, privilegiando le
Province più grandi, senza però escludere i Tribunali di alcune
Province più piccole, per offrire una maggiore varietà.
Per definire il numero di processi da monitorare in ciascuno dei
Tribunali selezionati si è calcolata, in prima istanza, la quota
regionale relativa ai delitti denunciati in Italia (ultimi dati Istat
disponibili). Dopo aver calcolato il numero di processi da monitorare
in ogni Regione (in proporzione ai delitti denunciati sul totale
nazionale), nei casi in cui è stato selezionato più di un Tribunale
per Regione, si è proceduto ad una distribuzione dei processi da
monitorare, sulla base del numero dei delitti denunciati per
Provincia.
Alcuni dei principali risultati emersi dalla nuova Indagine sul
Processo Penale in Italia, sono stati diffusi nell’ambito del Convegno
Straordinario organizzato dall’UCP “Imputato per sempre. Il processo
senza prescrizione. Le vere cause dell’irragionevole durata dei
processi in Italia”, che si è svolto a Taormina.
In Italia, solo un quinto (20,5%) dei processi penali arriva a
sentenza.
Nel 78,9% dei casi, il procedimento termina con il rinvio a
giudizio. E la durata media del rinvio a giudizio si attesta intorno
ai 5 mesi (154 giorni) per i procedimenti in Aula monocratica e 4 mesi
(129 giorni) per quelli davanti al Tribunale collegiale.
Rispetto al 2008, la ricerca evidenzia un aumento della percentuale
dei rinvii ad altra udienza (+9,6%: nel 2008 la quota era del 69,3%).
L’incidenza delle sentenze è scesa dal 29,5% al 20,5%. Per quanto
concerne i procedimenti terminati in sentenza, le assoluzioni
rappresentano poco meno del 30%: di questi, il 4% è rappresentato da
assoluzioni ex art. 131 bis c.p. (non punibilità per particolare
tenuità del fatto).
Le condanne incidono per il 43,7% delle sentenze; percentuale
nettamente più bassa di quella rilevata nel 2008 (60,6%). Al
contrario, risulta molto più elevata la quota relativa all’estinzione
del reato: 26,5%, a fronte del 14,9% del 2008.
La prescrizione è un motivo di estinzione del reato che incide per il
10% sui procedimenti arrivati a sentenza e rappresenta poco più del 2%
del totale dei processi monitorati.
Peggiorata la situazione anche per quanto riguarda i tempi di rinvio a
giudizio che risultano ulteriormente allungati rispetto al 2008: 154
giorni per i procedimenti in Aula monocratica (nel 2008 erano 139) e
129 giorni per quelli davanti al Tribunale collegiale (nel 2008 erano
117).
Al contrario, sempre più breve è la durata dei procedimenti (poiché
spesso si tratta di procedimenti inconcludenti): solo 14 minuti in
Aula Monocratica (18 nel 2008), 39 minuti davanti al Tribunale
collegiale (52 nel 2008).
Prendendo in esame le ragioni di rinvio ad
altra udienza, più frequenti sono il fatto che si trattava di
un’udienza di sola ammissione prove (16,4%), la prosecuzione
dell’istruttoria (allorché l’attività istruttoria fissata per quella
udienza si è regolarmente svolta e completata) (16,1%), la discussione
(10,7%), l’assenza dei testi citati dal PM (8,3%), l’omessa o
irregolare notifica all’imputato (6,2%), la richiesta di messa alla
prova (4,3%), l’assenza del Giudice titolare (3,3%).
Accanto a ragioni “fisiologiche”, dunque, sull’elevatissimo numero di
rinvii incidono anche ragioni “patologiche”, come l’omessa/irregolare
notifica all’imputato (non legata né a questioni organizzative né alla
difesa del cittadino e della correttezza del processo) e l’assenza del
Giudice titolare – assenza che determina il rinvio di tutti i
procedimenti fissati per quell’udienza.