"Vicenda piuttosto penosa quella che si sta svolgendo riguardo il
rinnovo del Comitato faunistico regionale della Sardegna (artt. 10-11
della legge regionale n. 29/1998)." Lo afferma in una nota
l'associazione ambientalista che aggiunge : "
L’organo – consultivo in tutte le altre regioni e province autonome –
detiene in Sardegna anche la competenza alla formazione del calendario
venatorio regionale e prevede la presenza, oltre ai rappresentanti
delle varie amministrazioni pubbliche competenti regionali e degli
enti territoriali intermedi, di “esperti” nominati dal Consiglio
regionale e dalle Università deli Studi di Cagliari e di Sassari
(spesso su posizioni filo-venatorie), un rappresentante dell’Ente
nazionale cinofilia italiana (su posizioni filo-venatorie), un
rappresentante per ciascuna delle quattro associazioni degli
agricoltori (spesso su posizioni filo-venatorie), tre rappresentanti
delle associazioni venatorie più rappresentative a livello regionale e
tre rappresentanti designati dalle associazioni ambientaliste più
rappresentative a livello regionale.
Come si può intuire, le posizioni del Comitato faunistico regionale
sono frequentemente sbilanciate in favore delle richieste del mondo
venatorio. Ciò comporta che le previsioni dei calendari venatori
siano ben poco ispirate a reali criteri di salvaguardia faunistica,
così le associazioni ambientaliste li impugnano e i Giudici
amministrativi li impallinano spesso e volentieri.
A ogni rinnovo del Consiglio regionale si rinnova anche il Comitato
faunistico regionale.
In base a quali criteri vengono formulate dall’Assessore regionale
della difesa dell’ambiente le richieste di designazione dei componenti
del Comitato faunistico regionale da parte delle associazioni
ambientaliste?
Questa è davvero una bella domanda alla quale l’assessore Gianni
Lampis (F.d.I.) dovrà rispondere in base a un’istanza di accesso
civico inviatagli (6 settembre 2019) dal Gruppo d’Intervento Giuridico
onlus.
Infatti, per nominare “un rappresentante designato da ciascuna delle
tre associazioni naturalistiche e di tutela degli animali
riconosciute, maggiormente rappresentative, operanti in Sardegna”
l’assessore Lampis, con due richieste (nota prot. n. 2741 GAB del 30
maggio 2019 e nota prot. n. 5252 GAB del 3 settembre 2019), s’è ben
guardato dall’invitare alla designazione tutte le associazioni
ambientaliste riconosciute (art. 13 della legge n. 349/1986) operanti
in Sardegna, ma ha buttato giù un elenchino di otto associazioni, nel
quale ci sono associazioni certamente rappresentative e una di cui non
si sente mai parlare (l’unico spazio web riferibile all’Associazione
nell’Isola, la relativa pagina Facebook, non risulta aggiornato
dall’ottobre 2016), la Ambiente e Vita, tanto ignota ai più quanto
evidentemente cara agli ambienti di destra, tanto da esser stata
fondata dall’on. Nino Sospiri (M.S.I., poi A.N.) e da aver svolto una
delle rare iniziative pubbliche in Sardegna proprio fra un pubblico di
tale area politica (29 maggio 2009).
Casualmente è la stessa parte politica dell’assessore Lampis.
Poco male, la mandi pure a quest'associazione. E le altre?
Il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus - probabilmente perché reo di
rompere le scatole ad assessorato e cacciatori con i suoi ricorsi e,
soprattutto, con i tanti impallinamenti dei calendari venatori per la
felicità di Lepri e Pernici - non è nell’elenchino dell’assessore
Lampis, pur avendo ricevuto erroneamente la richiesta di designazione
(e-mail del 18 luglio 2019) ed avendola fatta (18 luglio 2019).
Eppure si tratta della prima (e unica) associazione di protezione
ambientale riconosciuta fondata e avente sede in Sardegna (D.M. n. 203
del 18 luglio 2016) e la sua rappresentatività se l’è conquistata sul
campo in oltre vent’anni di concrete battaglie ecologiste in tutta
Italia (Sardegna compresa, se non dispiace).
C’è pure un precedente: la nomina effettuata dell’esperto ben poco
conosciuto designato dall’associazione Ambiente e Vita da parte della
Giunta Cappellacci nella Commissione regionale per il paesaggio
(estate 2012), nomina che ebbe anche strascichi giudiziari.
Ora, sempre se non dispiace, l’assessore Lampis fornisca i criteri
predeterminati per invitare solo alcune delle associazioni
ambientaliste a dir la loro sulla caccia.
Se non vi fossero criteri, infatti, si potrebbe anche pensare che sia
un modo, nemmeno simpatico,- conclude Gruppo di Intervento - per
provare ad avere una rappresentanza ambientalista malleabile"…