Colpisce sia gli uomini sia le donne, i primi sul dorso e nella zona
testa-collo, le seconde più spesso nel tronco, agli arti inferiori e
nei piedi. Si tratta del melanoma maligno che, in Sardegna, fa
registrare in media all'anno circa 180 nuovi casi. La sua comparsa è
legata, in modo particolare, all'esposizione ai raggi ultravioletti e
varia anche a seconda della sensibilità dei caratteri costituzionali
del soggetto. Può manifestarsi su lesioni benigne già esistenti o con
l'insorgenza di nuove lesioni.
È una patologia che ha una incidenza in rapidissima crescita a livello
mondiale, con un incremento di circa 3-7 per cento all'anno, così
anche in Sardegna, dove tocca valori che superano i 10 casi annui per
100.000 abitanti.
Ecco perché l'Aou di Sassari già da alcuni mesi ha attivato un
percorso diagnostico terapeutico assistenziale (Pdta) dedicato al
paziente con sospetto melanoma.
«Un percorso – spiega il direttore dell'unità operativa complessa di
Anatomia Patologica professor Francesco Tanda – che nasce
dall'esigenza di seguire con estrema attenzione i pazienti affetti da
melanoma, con l’obiettivo di assicurare rapidità e massima precisione
diagnostica, anche molecolare».
È evidente che la celerità di diagnosi consente di ottimizzare il
trattamento, anche alla luce della sempre crescente anticipazione
delle nuove forme di terapia medica, e può tradursi nella massima
sopravvivenza possibile.
Il Pdta adottato dall'Aou di Sassari, inoltre, vuole assicurare anche
attenzione alla fragilità dei pazienti e sensibilizzare la popolazione
e i medici base.
L'accesso al Pdta, infatti, avviene sulla base di una diagnosi di
"sospetto melanoma" formulata dal medico specialista che, con una
impegnativa (ricetta rosa), richiede tramite Cup una visita negli
ambulatori di Dermatologia dell'Aou di Sassari.
Il percorso vede in campo un team multidisciplinare che coinvolge le
strutture dell'Aou di Sassari (Anatomia patologica, la Dermatologia,
la Chirurgia plastica, la Chirurgia generale, l'Oncologia medica, la
Psicologia ospedaliera, la Riabilitazione, la Medicina nucleare, le
due Radiologie e la Radioterapia) e la struttura di Genetica
molecolare del Cnr di Sassari.
Il team multidisciplinare si riunisce ogni 15 giorni nella sede di
Anatomia patologica per la discussione dei nuovi casi di melanoma
maligno istologicamente definiti con la relativa presa in carico del
paziente nonché per gli aggiornamenti dei percorsi diagnostici e
terapeutici dei casi precedentemente inseriti nel Pdta.
Il melanoma maligno interessa un'ampia fascia di età, compresi i
giovani. Considerando la popolazione fino a 49 anni, negli uomini
rappresenta il secondo tumore per frequenza dopo quello del testicolo
e prima dei linfomi mentre per le donne è al terzo posto dopo i tumori
della mammella e della tiroide. Come causa di mortalità per tumore è
all’ottavo posto nelle diverse casistiche.
È una patologia che nell’ultimo decennio ha visto un enorme
miglioramento nei risultati terapeutici, conseguenza della maggiore
comprensione dei meccanismi di funzionamento della biologia dei
melanociti e dello sviluppo e diffusione di terapie specifiche
(immunoterapie e terapie a bersaglio molecolare o “target”). La
sopravvivenza (USA) è passata dal 49 per cento, registrata negli anni
cinquanta, a circa il 90 per cento attualmente.
A Sassari, nella struttura di Anatomia Patologica nel 2018 sono stati
diagnosticati 67 melanomi infiltranti, quando cioè la membrana basale
dell’epidermide è superata ed è infiltrato il derma a vari livelli di
profondità, e 30 in situ, cioè melanomi non invasivi contenuti nella
membrana basale dell’epidermide. Dai dati a disposizione della
struttura sassarese, la sopravvivenza a 5 anni è descritta con un
range variabile nelle diverse realtà dal 75 per cento a circa il 90
per cento.