Sono stati assegnati a Cagliari i 6 Oscar Green dell’agricoltura
sarda alle miglior aziende under 40. Si tratta della XII edizione del
premio ideato da Coldiretti Giovani che in autunno si concluderà con
l’attribuzione degli Oscar nazionali.
Sono andati a Spartaco Atzeni dell’azienda agricola Atzeni di Sardara
nella categoria Campagna Amica, che coltiva un fico d’india senza
spine; alla Comunità Il Seme di Santa Giusta, in Noi per il sociale,
che ha dato vita ad un progetto di inclusione lavorativa dei detenuti
con la valorizzazione dei beni culturali e archeologici;
all’architetto-contadina Luisa Cabiddu di Girasole nella categoria
Sostenibilità che costruisce le case a km0 con la paglia delle sue
coltivazioni; a Giada Porcu della cantina Silattari di Bosa in Impresa
2. Terra che produce la malvasia dall’uva ammuffita; a Emanuele Salis
della cooperativa La Genuina di Ploaghe in Fare Rete che con un
processo di termizzazione consente alla carne di suino di varcare i
confini sardi e a quella di agnello di allargare il mercato; a
Giovanni Barmina in Creatività che con la squadra di Folia Bio di
Olmedo hanno ideato la prima Butter fly House sarda.
Sei aziende altamente innovative che rappresentano uno spaccato della
nuova agricoltura, che grazie soprattutto ai giovani stanno dando al
mondo delle campagne un significato molto più ampio che va dal
sociale, all’agricoltura di precisione, ecosostenibile, creativa,
tecnologica.
Un’agricoltura che guarda al passato, utilizza la nuova
tecnologia ed è attenta all’ambiente, al sociale e alle nuove esigenze
della società.
Giovani in agricoltura dei quali si è discusso questa mattina prima
delle premiazioni durante la tavola rotonda nella sede dell’Unione
sarda a Cagliari, intitolata “Le stelle alle stalle – perché i giovani
tornano in campagna” alla quale hanno preso parte, moderati dal
direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba, lo scrittore Flavio
Soriga, il direttore editoriale e generale del gruppo Unione sarda
Emanuele Dessì e Lia Serreli (che ha presentato anche il progetto
Sardinia eCommerce), il presidente di Coldiretti Sardegna Battista e
quello dei Giovani Angelo Cabigliera. Una discussione che ha coinvolto
i circa 150 giovani agricoltori presenti in platea.
Un trend sempre in crescita come confermano anche i dati. Nel primo
semestre 2017, secondo i dati di UnioneCamere presentati al Villaggio
Coldiretti di Milano), le imprese agricole e dell’industria alimentare
guidate da under 35 risultano circa 57 mila, il 6,8% in più dell’anno
precedente, e rappresentano il 7% del totale del sistema produttivo
agricolo italiano.
A trainare questo boom di giovani agricoltori innovatori è la
Sardegna: le sue 4.238 aziende under 35 rappresentano l’11,6% del
totale delle imprese del settore. Il dato più alto arriva dalla
provincia di Nuoro: qui le aziende under 35 sono 1.586, il 16,5% sul
totale. In questa classifica Sassari si piazza al sesto posto con
l’11,5% (1.150 le aziende under 35).
Nuoro è anche la quarta provincia italiana in cui si conta il maggior
numero di giovani imprenditori agroalimentari (la prima è Bari con
2.062), Sassari è ottava. La Sardegna è al terzo posto tra le Regioni
con 4.238 (al primo posto la Sicilia con 7.100, seconda la Puglia con
5.544).
E’ sardo anche il primato della crescita rispetto al 2016. Prima tra
le Regioni con il 43,1%. Ma anche tra le province il podio è tutto dei
Quattro mori: Sassari è la regina con un più 50%, seguita da Nuoro con
il 49,5% e Oristano con il 46,8%.
Un dato molto positivo (anche se favorito dalla pubblicazione del
bando del primo insediamento) ancora più significativo se consideriamo
che in Italia si trova il maggior numero di giovani agricoltori
dell’intera Unione Europa.
E parliamo di vere imprese come conferma un’indagine della Coldiretti,
secondo la quale le aziende agricole dei giovani possiedono una
superficie superiore di oltre il 54% alla media, un fatturato più
elevato del 75% della media e il 50% di occupati per azienda in più.
Di seguito i sei vincitori : Spartaco Atzeni, nella sua azienda di
Sardara oltre a coltivare leguminose e frutta, ha voluto incrementare
la gamma valorizzando un prodotto spesso trascurato ma adatto alle
terre sempre più aride, il Fico d’India, e allo stesso tempo
migliorando la produzione (senza spine), per facilitare la raccolta ma
anche andando incontro alle esigenze dei consumatori. Oltre al frutto
fresco, Spartaco lo commercializza anche trasformato in confettura e
sapa.
La Comunità il Seme di Santa Giusta, guidata dal presidente Antonello
Comina, si è sempre distinta per la grande attività in campo sociale.
Una azienda attenta ai deboli e agli ultimi con una grande capacità di
trasformare idee innovative in servizi e prodotti destinati a
soddisfare esigenze generali e al tempo stesso creare valore economico
e sociale.
Come il progetto di inclusione sociale denominato “Dentro e
fuori le mura” che gli ha permesso di conquistare l’Oscar green, dove
ha permesso l’inserimento lavorativo di persone detenute attraverso la
tutela e la valorizzazione dei beni culturali e archeologici.
Ipresa 2 terra : Categoria che ha visto prevalere la giovanissima
Giada Porcu della cantina innovativa Silattari di Bosa. Giada ha
saputo coniugare creatività, originalità e grande abilità progettuale
coniugando tradizione e innovazione. Silattari, che produce oltre il
70% di tutta la malvasia DOC di Bosa, ha selezionato un prodotto
innovativo: la Malvasia di Bosa con Botrytis Cinerea, vino ottenuto da
acini in cui è presente una muffa nobile che si sviluppa in condizioni
climatiche particolari, in cui a giornate soleggiate che consentono la
maturazione “tradizionale” dell’acino si alternano notti tiepide, che
facilitano lo sviluppo della muffa che riprogramma il metabolismo
dell’uva provocando un accumulo di aromi e sapori, elementi chiave dei
vini dolci prodotti da uve botritizzate. Inoltre la maturazione di
questa malvasia speciale avviene con l’interramento in vigna delle
bottiglie, unite tra di loro da un filo che termina fuori per il
contatto con la forza generatrice.
FARE RETE : Anche in questo caso ha vinto una azienda che fa
dell’innovazione e della valorizzazione dei prodotti locali il suo
credo, la cooperativa La Genuina di Ploaghe. Tradizione che prosegue
con la nuova generazione, il 24enne Emanuele Salis che attraverso il
processo di termizzazione ha saputo dare un valore aggiunto sia alla
carne di agnello di Sardegna Igp che a quella di suino, i principi
dell’agroalimentare sardo.
Grazie a questa nuova tecnologia, che consente di conservare le
qualità organolettiche ed i sapori tradizionali, permette da una parte
al suino di poter superare i divieti imposti per la peste suina e di
poter essere commercializzato anche oltre i confini sardi e
all’agnello Igp di Sardegna di poter essere destagionalizzato ed
essere sul mercato in tutti i periodi dell’anno in quanto può essere
conservato a lungo, oltre ad arrivare a mercati molto più lontani di
quelli in cui si vende oggi. Dall’altra entrambi i prodotti che
notoriamente necessitano di tempi di cottura lunghi, permettono di
venire incontro alle esigenze dei consumatori sempre a corto di tempo
e allo stesso tempo consente a tutti di poterli cucinare con i
medesimi risultati con 20 minuti di forno.
CREATIVITÀ: è’ la categoria dell’idea di prodotto e metodo. In questo
caso Giovanni Barmina con la squadra di Folia bio hanno saputo ideare
una offerta nuova che va incontro ad una domanda di mercato sempre più
variegata ed eterogenea, dando vita alla prima Casa delle farfalle
(Butterfly House) della Sardegna. Una serra in cui è stato ricreato un
giardino tropicale dove volano liberamente oltre 400 farfalle.