“I tifosi torresini non potranno seguire la squadra in trasferta per
un grave atto discriminatorio che lede la nostra immagine e i nostri
diritti”.
Il presidente della Torres, Salvatore Sechi, interviene in merito
all’ordinanza notificata questa mattina alla Società rossoblù che
vieta la trasferta ai supporters sassaresi, previsti in gran numero
per la gara Albalonga – Torres, in programma domenica 2 dicembre allo
stadio PIO XII di Albano Laziale.
Il divieto giunge a seguito di un intervento diretto della Questura di
Roma e non è legato in nessun modo alla gara in oggetto ma alla
probabile presenza di tifosi del Cagliari, impegnati nella stessa
giornata sul campo del Frosinone, sullo stesso tragitto: «Ciò che è
successo ci lascia sbigottiti e delusi – prosegue Sechi – perché in
questo modo ci viene impedito di sostenere un campionato con uguali
condizioni.
Pensavamo che con la serie D avessimo superato questi
problemi invece ci troviamo nuovamente di fronte ad una grave
imposizione dall’alto. Ritengo che qualsiasi società, da quelle di
serie A alla terza categoria, debba essere trattata allo stesso modo,
così non è, e oggi ne abbiamo avuto conferma perché il divieto non si
applica alle due tifoserie ma ad una sola, la nostra».
Il provvedimento emesso prevede il divieto di vendita dei tagliandi ai
residenti della Provincia di Sassari: «Non si tratta solo di vietare
una trasferta, in un momento importante per il nostro cammino e per
motivi che non hanno nulla a che fare con il calcio, qui ci troviamo
su un piano diverso.
Questo atto, che arriva a due giorni dalla gara,
lede in modo evidente le libertà individuali e lo fa in modo
discriminatorio nei nostri confronti, nei confronti di tanti cittadini
sassaresi che hanno l’unica colpo di amare i nostri colori e che già
in gran numero, con biglietti di aereo e navi già acquistati, erano
pronti a partire per sostenerci.
Sono profondamente amareggiato ed esprimo tutto il mio disappunto per
una vicenda che mi fa molto riflettere, per quella che considero una
grave ingiustizia nei confronti di chi porta il nome della Torres e di
Sassari in giro per l’Italia, su ogni campo e a fronte di tanti
sacrifici economici ma anche di chi opera in questo mondo ogni giorno.
Se questa è la realtà a cui dobbiamo far fronte – conclude Sechi –
certamente non mi rappresenta e non rappresenta la mia visione del
calcio e della passione che dovrebbe circondarlo».