Implantologia dentale e osteoporosi: cosa c'è da sapere

Cresce il numero degli italiani che si sottopone ad interventi di implantologia dentale: nonostante negli anni della crisi economica la spesa per la prevenzione dentistica e la cura del sorriso sia stata, secondo le statistiche, una delle voci del bilancio familiare colpita dai tagli più netti, complici i metodi sempre più all'avanguardia e la possibilità di usufruire di convenzioni e prezzi agevolati, il numero degli impianti dentali realizzati nel Belpaese risulta oggi in costante aumento. L'implantologia dentale è una metodica di intervento per l'installazione di protesi efficace e durevole: nel corso di un intervento ormai considerato di routine da molti specialisti, la sede alveolare dell'elemento dentario mancante viene adeguatamente preparata per accogliere una vite in titanio, materiale altamente biocompatibile, posizionata direttamente all'interno dell'osso. Attraverso un processo detto di “osteointegrazione”, l'impianto viene incorporato dal tessuto circostante, divenendo parte integrante dell'osso mascellare o mandibolare. La protesi vera e propria viene fissata sul perno della vite una volta che la guarigione della ferita è completata o, nelle metodiche di intervento più moderne, in concomitanza con l'inserimento dell'impianto. Questa tecnica viene definita “a carico immediato”: per conoscerne i dettagli, si rimanda al portale web di una clinica di Roma perfezionata in interventi di implantologia dentale di questa tipologia. Per il paziente affetto da edentulismo i vantaggi sono molti rispetto a soluzioni quali i tradizionali ponti o le protesi mobili: perfettamente stabili e semplici da curare, gli impianti consentono di ritrovare una masticazione efficiente e, senza dubbio, una migliore qualità della vita, donando anche un effetto estetico del tutto naturale. Come tutti gli interventi chirurgici, tuttavia, anche la realizzazione di un impianto dentale può essere controindicato in presenza di un quadro clinico compromesso. Una conclamata condizione di osteoporosi, in alcuni casi, rende opportuno valutare insieme con il dentista e, eventualmente, con uno specialista in endocrinologia, se procedere o meno con l'operazione.

L'implantologia dentale nei pazienti affetti da osteoporosi


L'osteoporosi è una patologia del sistema scheletrico che si manifesta con un progressivo indebolimento della struttura ossea, che con il tempo diviene sempre più fragile ed esposta al pericolo di fratture. Le cause di questa patologia possono essere molteplici, ma le più comuni sono legate all'invecchiamento e, più nello specifico, ai cambiamenti ormonali che si verificano nelle donne nell'età post-menopausa. I soggetti femminili, in effetti, risultano essere i più esposti alla patologia: in Italia sono circa 3,5 milioni le donne affette da osteoporosi, mentre il numero degli uomini si attesterebbe attorno al milione. Il netto trend di invecchiamento demografico registrato in Italia, d'altra parte, prelude inevitabilmente ad un forte aumento dell'incidenza di questa malattia nei prossimi anni. La realizzazione di un impianto in un paziente affetto da osteoporosi pone diverse difficoltà, perché tra i requisiti fondamentali per la buona riuscita dell'intervento c'è proprio lo stato di salute del tessuto osseo mascellare: la fragilità strutturale e la scarsa capacità di rigenerazione dell'osso che si osserva nei pazienti osteoporotici aumenta il rischio di insuccesso e di perdita della protesi. Gli impianti dentali sono dunque sempre sconsigliati nelle persone che soffrono di osteoporosi? In realtà, in molti casi è possibile porre rimedio ai danni causati dalla malattia e procedere in tutta sicurezza all'intervento di implantologia. Di seguito, si analizzano nel dettaglio le condizioni che rendono possibile sottoporsi a questa tipologia di intervento e quelle che invece la rendono fortemente sconsigliata.

Quando è possibile l'implantologia dentale nel paziente osteoporotico...


Prima di ogni intervento per la collocazione di uno o più impianti dentali, il chirurgo odontoiatra e la sua equipe devono sempre procedere ad un'attenta valutazione dello stato di salute delle ossa mascellari, che devono presentare il giusto spessore ed un buon grado di densità. L'esame ortopanoramico e il Dentascan vengono comunemente impiegati per l'analisi preliminare del paziente ed è in questa fase che lo specialista è in grado di determinare quanto l'osteoporosi, o condizioni simili, possano influire sul successo dell'operazione. La buona notizia è che anche nei pazienti in cui il tessuto osseo mascellare risulta essere compromesso o comunque non sufficientemente spesso, oggi è possibile intervenire, sottoponendosi a particolari terapie chirurgiche pre-protesiche. Come illustrato nel dettaglio nella pagine del sito di questo studio di Roma specializzato nella chirurgia maxillo facciale, con un intervento di “rialzo del seno mascellare” ad esempio, si procede all'innesto di materiale osseo sintetico o autologo (ovvero prelevato dal paziente stesso, per minimizzare l'eventualità di reazioni di rigetto), tra il pavimento osseo e la mucosa, andando a ricreare quello spessore indispensabile per assicurare il corretto ancoraggio degli impianti dentali. Nonostante l'apparente complessità di queste operazioni, gli specialisti in chirurgia maxillo facciale, attualmente, sono in grado di intervenire con tecniche endoscopiche micro-invasive, che consentono di agire con una semplice anestesia locale, rendendo davvero minimo il disagio per il paziente. I tempi di guarigione della chirurgia pre-protesica possono variare dai 3 ai 6 mesi, a seconda della complessità dell'intervento, prolungando inevitabilmente le tempistiche per il completamento della realizzazione degli impianti dentali.

...E quando deve essere evitata


Gli interventi di implantologia dentale e, più in generale, tutte le terapie odontoiatriche invasive sono fortemente sconsigliati nei pazienti affetti da osteoporosi che seguono una terapia farmacologica a base di bisfosfonati. Questa classe di composti, infatti, contribuisce alla prevenzione delle fratture ossee migliorando la qualità della vita nei pazienti osteoporotici, ma espone anche a conseguenze molto pericolose nel caso di interventi chirurgici a carico delle ossa mascellari. I bisfosfonati aumentano in maniera considerevole il pericolo di osteonecrosi nel caso di traumi violenti o interventi invasivi, rendendo di fatto controindicata qualunque terapia implantologica.

Conclusioni


Grazie alle moderne metodiche di intervento, l'implantologia dentale non trova particolari controindicazioni nei pazienti affetti da osteoporosi. Tuttavia, in presenza di quadri clinici delicati, è quanto mai opportuno affidarsi a cliniche dentistiche in possesso di una lunga esperienza e forti della collaborazione di un'equipe medica completa.