Dagli specialisti viene considerata «un'alternativa altamente efficace
alla prevenzione del rischio tromboembolico, soprattutto nei pazienti
nei quali la terapia anticoagulante risulta essere controindicata o ha
avuto effetti collaterali». È la chiusura percutanea dell'auricola
sinistra, una appendice dalla parte antero-laterale dell'atrio
sinistro del cuore e dove, in pazienti con fibrillazione atriale, si
formano la maggior parte dei trombi atriali. La chiusura quindi
dell'auricola sinistra potrebbe ridurre il rischio di stroke.
Sarà questo il tema portante della riunione scientifica in programma
martedì 11 settembre nell'aula A del complesso biologico della Facoltà
di Medicina di Sassari. Un incontro, dal titolo “La chiusura
percutanea dell'auricola sinistra”, che vedrà seduti attorno al tavolo
medici chirurghi dell'Aou di Sassari e specialisti in Cardiologia,
Neurologia, Ematologia, Medicina interna, Gastroenterologia,
Nefrologia e Geriatria.
Una platea multidisciplinare anche in considerazione del fatto che la
riuscita dell'intervento di chiusura percutanea dell'auricola sinistra
sta nella scelta dei pazienti candidabili. Una scelta da attuare
attraverso un approccio che veda la stretta collaborazione tra più
professionisti.
L'intervento di chiusura dell'auricola sinistra prevede l'impianto di
un dispositivo per via endoscopica. Attraverso una vena della gamba
viene inserita una micro-protesi che, installata nell'atrio sinistro
del cuore, all''imboccatura dell'auricola, consente di evitare la
formazione di trombi al suo interno.
La riunione scientifica aziendale è organizzata dall'unità operativa
di Cardiologia clinica e interventistica dell'Aou di Sassari, in
collaborazione con la cattedra di Cardiologia diretta dal professor
Guido Parodi.
L'incontro che inizierà alle ore 14 si dividerà in tre sessioni.
L'obiettivo è quello di fornire una serie di indicazioni sulle opzioni
di trattamento della fibrillazione atriale quindi sulle
controindicazioni alla terapia anticoagulante orale. La riunione
scientifica, inoltre, punta alla creazione condivisa di un percorso
diagnostico terapeutico aziendale per l'individuazione del paziente
potenzialmente candidabile al trattamento. Di questo modello aziendale
si parlerà appunto nell'ultima sessione che sarà anche occasione per
una tavola rotonda.