Per Alghero terapia intensiva "a tempo" - L'opinione di Paola Correddu

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  La notizia dell'apertura della terapia intensiva di Alghero, avrebbe dovuto riempirmi di gioia. E invece ha provocato in me solo grande preoccupazione. Preoccupazione perchè un tale evento, atteso da anni, avviene in sordina, senza la presenza delle più alte cariche cittadine, in rappresentanza della comunità tutta, quasi ci fosse qualcosa da nascondere. Preoccupazione perchè, mancando comunicazioni ufficiali, non è dato sapere dove verrà reperito il personale sanitario che dovrà far funzionare il reparto, anche in considerazione della carenza delle figure professionali mediche ed infermieristiche adeguatamente formate.

   E per ultimo, anche se non ultimo per importanza, sono seriamente preoccupata nell’apprendere che, stando ad indiscrezioni e contrariamente a quanto precedentemente comunicato, sarà un reparto destinato alla gestione e alla cura dei pazienti covid + Stento a credere che la terapia intensiva dell'Ospedale Civile di Alghero, su cui è stato fatto un consistente investimento economico con lo scopo di consentire il passaggio a DEA di I livello del presidio ospedaliero, possa essere attivata in via provvisoria e limitatamente al perdurare dello stato di emergenza.

   E trovo assolutamente penalizzante questa destinazione considerato che il territorio, che ne ha fortemente voluto l'attivazione per fronteggiare i bisogni di salute ordinari della comunità, indipendentemente da questa epidemia, si ritroverà privato del proprio presidio ospedaliero per la gestione di tutte le altre patologie che necessitino di ricovero. Infatti i percorsi ospedalieri per la gestione ed il trattamento dei pazienti positivi al coronavirus devono essere necessariamente separati da tutti gli altri proprio per evitare quella commistione evidentemente avvenuta durante la prima ondata, che ha trasformato l’ospedale SS.

  Annunziata di Sassari nel principale focolaio della provincia, su cui vi è un’indagine in corso proprio per accertare eventuali responsabilità nella catena di comando riguardo i decessi nel reparto di cardiologia. Del resto, questa iniziativa dell’ATS appare non conforme a quanto previsto dalla D.G.R. della RAS, la n° 11/17 del 11/03/2020 avente per oggetto il “piano strategico di attivazione progressiva di strutture di area critica nella Regione Sardegna per l’emergenza Coronavirus”, in cui vengono individuate strutture ospedaliere dedicate alla cura dei pazienti contagiati da Covid-19 ed altre dedicate esclusivamente all’assistenza dei pazienti no covid.

  Nella prima pagina è scritto che si prevede di centralizzare la presa in carico dei casi Covid-19 (Covid+) negli stabilimenti che dispongano sia delle U.O. di Terapia Intensiva, che delle U.O. di Malattie Infettive e delle U.O. di Pneumologia, al fine di contenere il più possibile i trasporti interospedalieri di pazienti infettivi e critici, definendo inoltre una rete di presidi a supporto degli Stabilimenti e delle U.O. Covid+ in grado di garantire il mantenimento della operatività ordinaria verso dei pazienti non interessati al Covid-19 (Covid-).

   Nello scenario 2, quello che prevede di portare i posti letto per i covid + a 244, e lo scenario 3, quello che prevede di portare i posti letto a 486, l’Ospedale civile di Alghero è sempre considerato ospedale di supporto ed anche nella tabella finale riassuntiva mai viene identificato come struttura atta ad ospitare pazienti covid +.

   Può dunque l’ATS operare in difformità rispetto a quanto deciso dalla Giunta Regionale con un documento tutt’ora in vigore? Possono i vertici dell’ATS trasformare un atto dovuto quale è l’attivazione del reparto di terapia intensiva di Alghero, prevista con approvazione della riforma della rete ospedaliera in Consiglio Regionale, in un evento eccezionale e conseguente allo stato emergenziale che stiamo attraversando?

   Cos’ha da dire il nostro Consigliere Regionale, il nostro Sindaco, le forze politiche di maggioranza e di opposizione? Avete compreso che l’ospedale diventa punto di riferimento per i pazienti covid positivi, i covid negativi dovranno migrare a Sassari perché non sarà possibile garantire percorsi separati?

                                                         dottoressa Paola Correddu