C’è fermento in città su molti settori in modo particolare su quello
della somministrazione di alimenti e bevande, questo ultimo si aspetta
una soluzione, da parte di altri, alle vecchie deficienze strutturali
dovute alla dimensione dei loro locali.
Ma la ragione di questo mio
intervento è indirizzato in modo particolare al settore culturale che,
in città non ha mai avuto molti padrini.
Le norme sulla sicurezza anti-virus, distanze, contatto, mascherine,
igiene etc. che hanno una ricaduta sulle sezioni economiche della
città, si abbatteranno, prossimamente anche sul settore degli
spettacoli ed in modo particolare sul nostro teatro Gavì Ballero, nel
quale sarà molto difficile operare con le nuove normative.
Alla già precaria situazione, in seguito all’applicazione delle norme
relative alla sicurezza antincendio, che ha portato a una riduzione
dei posti, ora si aggiungerà questa anti corona-virus che renderà
impossibile la realizzazione di qualsiasi spettacolo si regga sulle
entrate della vendita dei biglietti.
Da molto tempo, ovvero, dalla chiusura del cine teatro Selva, Alghero
non ha avuto più un locale capace di soddisfare le esigenze del
pubblico e delle compagnie teatrali, quindi la situazione si è
trascinata con mille difficoltà e sofferenze e, sopratutto grazie ai
sacrifici fatti dalle compagnie, in special modo quelle dialettali
locali, che non usufruivano di contributi pubblici.
Detto questo, credo sia venuto il tempo, anche a causa di questa
crisi, che il problema del Teatro, in città, sia posto all’attenzione
dell’opinione pubblica.
La prima domanda che pongo è se Alghero può
fare a meno di un teatro cittadino e, se convenite con me sul no,
occorrerà porre, questo problema tra le priorità che l’amministrazione
e la città si devono porre nel prossimo futuro.
Mi rendo conto che l’attuale situazione economica e finanziaria non è
e non sarà tra le più facili nel prossimo futuro, ma ricordo quale
ruolo svolse il teatro in algherese alla fine del secondo conflitto
mondiale,e quale spinta di fiducia e alleggerimento della tensione
diede ai cittadini estenuati dalla guerra e dalle sue privazioni.
Oggi, come ieri, credo ci sia bisogno di una nuova spinta verso una
speranza di rinascita economica e culturale.
A mio avviso, occorrerebbe trovare i mezzi per indirizzare
l’attenzione dei cittadini verso obiettivi concreti e fattibili che
possano concretizzarsi per dare l’impressione che le cose si muovono e
che la città, può rinascere e crescere.
Una città che ha trovato, a
suo tempo, la forza di accumulare 500mila euro da regalare a Ryanair,
per convincerla a ripristinare i voli da e per Alghero, può farcela a
fare uno sforzo per costruire un nuovo teatro ad Alghero, mettendo sul
campo a questo fine ,idee ed energie.
Credo che i gruppi locali che fanno teatro o si occupano di questo
settore debbano porre con forza all’attenzione dell’opinione questo
problema.
Non ho soluzioni ma credo che discutendo e confrontandosi si
possano trovare soluzioni, anche con una eventuale riconversione e
adattamento dell’inutilizzato palazzo dei congressi.
Enrico Loffredo