Lo strumento individuato dalla amministrazione comunale per il
rilancio e la programmazione del turismo, il tavolo allargato a tutte
le realtà socio economiche e istituzionali della città, del quale
proprio in questi giorni è stato diffuso l'avviso di partecipazione,
è giudicato da Enrico Daga, imprenditore del comparto turistico di
Alghero ma già esponente politico del Partito Democratico, in maniera
decisamente negativa.
Ne riportiamo di seguito l'opinione.
"Reputo tutto questo un gigantesco passo indietro. L'italia ha un
"tumore" che la sta divorando: la burocrazia.
Mentre il mondo corre spedito e il mercato ne detta i suoi tempi
implacabile, noi restiamo inchiodati a causa delle lungaggini di un
sistema datato, farraginoso, che incide in negativo sulle imprese per
più di 57 miliardi all'anno (dati Cgia Mestre).
Alghero non è da meno.
Il suo consiglio comunale, che anni fa aveva creato una fondazione
(META) per uscire dalla palude della politica e soprattutto della
burocrazia e dotarsi di uno strumento snello, fuori dalle delibere di
giunta e delle passerelle, potenzialmente capace di incidere in un
mercato in costante e rapida evoluzione in cui territori agguerriti
innovano a tempo di record, cosa fa?
Crea "la Mesa".
Una sorta di catena ideale capace di legare i testicoli fino al collo
in modo da rendere impossibile la corsa.
Una metafora, ma mica tanto, che identifica un luogo della politica in
cui zia Peppina tra un'ostia e una sagra, dovrà decidere insieme agli
albergatori e i comitati di quartiere, come fare concorrenza a Ibiza.
Insomma, quando non si sa che c. fare, si creano i tavoli".
La
riflessione di Daga si conclude che un:"Buona fortuna Alguer".