Lunedì 16 si è svolto a Cagliari un Convegno sul tema “Enoturismo in
Sardegna” indetto dall’Assessore Regionale al Turismo Chessa.
Vi hanno partecipato il Presidente e vari Assessori: Murgia
Agricoltura, Pili Industria, Todde Trasporti, Sanna Urbanistica, Zedda
Lavoro, Maieli Presidente della V Commissione, del Consiglio
Regionale, esperti Cao della Laore, De Pascale della Unioncamere,
Argiolas del movimento Turismo e Vino nonché numerosi esponenti del
mondo vinicolo tra cui le principali cantine private e sociali (oltre
un centinaio i presenti).
Lo scopo è quello di creare azioni comuni per sviluppare le vendite di
vini di qualità e il turismo. Sono numerosi i turisti interessati
all’enogastronomia e che viaggiano attratti da questo binomio.
C’è da dire finalmente ci si accorge delle possibilità sinergiche di
estendere la proposta ad altri “attrattori” oltre mare e sole. Però le
cose non sono molto facili: sia l’Assessore Chessa sia gli altri
oratori han fatto pensare innanzitutto ad una novità assoluta,
qualcosa di facile e semplice. Vorrei far presente che in passato vi
sono state varie iniziative similari Alghero (Sella & Mosca), Gallura,
Parteolla. Non si sa con quali risultati, non si conoscono
informazioni in merito. Come già detto in altre occasioni, non
risultano notizie e dati neppure su altri eventi importanti (giro
d’Italia) mentre per altre (festa di S. Efisio, Sartiglia) le abbiamo
individuate in anni passati e non sono brillanti. Dati a consuntivo
non vengono raccolti o diffusi, perciò è impossibile stabilire la
convenienza degli investimenti.
A parte questo il problema è che vi sono circa 300 aziende vinicole,
sparse per tutta l’Isola, in gran parte di piccole dimensioni, in
luoghi spesso difficili da raggiungere, senza strade, senza
collegamenti, spesso senza comunicazioni (Internet), quasi sempre non
attrezzate per l’ospitalità.
Certo si può migliorare, vengono promessi
contributi ma per organizzare il tutto occorrerebbe una struttura che
Assessorato e Regione non sembra abbiano. E’ possibile che venga
richiesto di formare una struttura (da parte degli imprenditori) che
risolva tutto questo ma quando?
Inoltre la proposta appare dimezzata: perché non inserire altri
importanti motivi oltre il vino: i formaggi, l’olio, l’intera
enogastronomia, ma anche i siti storico-artistici e l’archeologia,
l’ambiente, boschi e montagne, fiumi, laghi, stagni, grotte, zone
minerarie, sentieristica, cicloturismo, e coì via... Anni fa c’era
stata una proposta di far conoscere il Parteolla, regione con alcune
importanti aziende del settore, ma non si era pensato ad inserire due
tra le più belle chiese romaniche dell’Isola o i siti archeologici
della zona. Inoltre vi era qualche lacuna sulle possibilità di visita.
Perché non far partecipare al progetto le agenzie di viaggio (tour
operator) e altri del mestiere?
I viticoltori devono dedicare tutto l’impegno e le energie alla
produzione e alla qualità, è giusto che si impegnino per la
valorizzazione del loro lavoro. Qui mi sembra si stia chiedendo molto
di più: non si può pensare a loro per un ampliamento del genere. A
meno che lo scopo reale sia quello di distribuire risorse.
E’ auspicabile che si creino delle valide strutture per la
valorizzazione della Sardegna, delle sue peculiarità ma non sembra che
si stia prendendo una via giusta rivolgendosi a Enti burocratici come
le Camere di Commercio o aziende come quelle vitivinicole. Pare ci sia
un riconoscimento dell’incapacità della Regione di organizzarsi
adeguatamente.
Il fatto più positivo è che sembra si sia intrapresa la via, più volte
auspicata, che nella politica di sviluppo della Sardegna un ruolo
guida sia assegnato al Turismo e che gli altri Assessorati siano di
supporto per le proprie competenze, in stretta collaborazione. D’altro
canto è quanto era previsto con Legge dell’anno scorso.
Non è chiaro che sia questo l’orientamento: nella conferenza si è
parlato moltissimo, forse troppo e in parte inutilmente, quasi una
carrellata, ma non si è capito se vi siano delle proposte reali,
operative.
E’ stato più un proclama di intenzioni con qualche
indicazione precisa (ricordo un imprenditore di Mamoiada che ha
parlato delle difficoltà logistiche e di accesso sopra accennate), ma
non ricordo proposte di cosa fare e come farlo.
Mi rendo conto delle difficoltà e del rischio assunto dall’Assessore:
certo sarebbe utilissimo creare un sistema, un’azione comune,
dialogare con esperti.
Purtroppo c’è qualcosa da lamentare: è difficilissimo avere ulteriori
e maggiori notizie. Faccio il giornalista da 50 anni e mi sono sempre
occupato di turismo e tutto quello che può servire per un suo adeguato
sviluppo, convinto che questa sia la strada migliore. Non mi
accontento di una informazione ridotta ma cerco sempre di
approfondire, di conoscere la realtà e la sostanza: qualche volta ci
riesco, anche se generalmente nessuno ne tiene conto. Spesso ho
proposto idee o progetti.
Vedi l’esempio della festa di Sant’Efi sio (50% dei posti
alberghieri). Non si fa nulla di serio per aumentarli.
Se c’è una
possibilità di attirare clienti fuori estate è portare turisti
golfisti realizzando campi di golf: ho suggerito di costruirli senza
investimenti pubblici e speculazione immobiliare però non è stato
fatto neppure uno studio di fattibilità per esaminare la proposta.
Ebbene è difficilissimo avere ulteriori notizie, informazioni, dati e
statistiche, conferire con politici (assessori) o funzionati e tecnici
qualificati. Non ci devono essere esclusive o dati segreti, invece si
preferiscono conferenze stampa superficiali o interviste senza
dialogo, comode per i politici. Tanto giornali, TV e giornalisti non
hanno voglia e tempo di approfondire.