Per Dromos stasera a Neoneli "A Sud di Bella ciao"

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  Con un'appendice a Neoneli (Or), cala il sipario sulla ventitreesima edizione di Dromos, il festival itinerante che da fine luglio a metà agosto ha disseminato i suoi appuntamenti tra Oristano e altri centri e località della sua provincia (più uno sconfinamento nel Nuorese, a Ortueri) proponendo la consueta formula che coniuga le musiche di più latitudini e generi, a partire dal jazz e generi affini, con un ampio e variegato cast di artisti nazionali e internazionali; tanta musica ma anche incontri, dibattiti, presentazioni editoriali, le immancabili degustazioni enogastronomiche e la mostra di arti visive che in ogni edizione di Dromos prende forma sul tema del festival (che quest'anno si riconosce nelle "Lucciole" di pasoliniana memoria).
 
  Sabato 28 agosto a Neoneli (Or), in una serata che Dromos condivide con il festival culturale Licanìas in corso nel borgo del Barigadu, va in scena "A sud di Bella ciao", progetto musicale diretto da Riccardo Tesi che amplia il precedente "Bella ciao", il cui debutto risale al 2014, nei cinquant'anni dell'omonimo e storico spettacolo ("Bella ciao", appunto) che nel 1964 segnò la nascita del folk revival in Italia, ma allargando lo sguardo, in questo caso, a canti e sonorità delle tradizioni del nostro Meridione. L'appuntamento è in piazza Barigadu alle 22, dove Riccardo Tesi, all'organetto e alla direzione musicale, sarà alla testa di un organico che riunisce altri volti noti della musica di matrice popolare in Italia: Elena Ledda (voce), Lucilla Galeazzi (voce), Alessio Lega (voce  e chitarra), Nando Citarella (voce, tamburello e chitarra battente), Maurizio Geri (voce  e chitarra), Gigi Biolcati (percussioni e voce) e Claudio Carboni (sax).
 
  Allargare i confini dello storico spettacolo "Bella ciao", iconico affresco della musica popolare in Italia, non è stata impresa semplice, ma i suoi interpreti sono stati in grado di proseguirne il lavoro, inserendovi canti anonimi e di autori legati alla tradizione, spingendolo proprio "a sud" per trovare un filo rosso attraverso l'amore, il lavoro e la rivolta, cantati dal punto di vista del meridione. Ad arricchirne le musiche ci sono la tamurriata, il ballo tondo e la pizzica, melodie figlie delle influenze mediterranee, e la poesia, più lirica nei canti d'amore e più cruda nei canti di rivolta. Tutte le contraddizioni del sud sono presenti nei canti dell'opera, brani che aiutano ancora una volta a capire meglio e decifrare ciò che accade nel contemporaneo. "A Sud di Bella ciao" volge lo sguardo a un percorso parallelo e ricchissimo, dove la storia si combina con la magia e la leggenda, dove la ritualità risveglia il mondo contadino, dove la sensualità si mischia alla fatica.

  Il biglietto per il concerto costa 5 euro (più diritti di prevendita) e si può acquistare in prevendita sul sito www.dromosfestival.it . Altre informazioni sono disponibili alla pagina Ticket nel sito del festival. Per accedere al concerto sarà necessario munirsi di green pass;  i posti a sedere saranno limitati e distanziati, nel rispetto delle norme anti-covid.
 
  Con "A sud di Bella ciao", Dromos completa il programma musciale di questa edizione, ma  fino a martedì 31 si può visitare a San Vero Milis  la mostra di arti visive "Lucciole" – a cura di Anna Rita Punzo e Ivo Serafino Fenu -, sul tema che connota e dà il titolo quest'anno al festival. Nei suggestivi spazi delle chiese sconsacrate dedicate alle Anime e a San Salvatore, nel giardino del Museo Civico sono in esposizione i lavori di dodici artisti del panorama contemporaneo: insieme alle installazioni site specific di Josephine Sassu, Sabrina Oppo, Daniela Frongia, Michele Marrocu e Veronica Paretta, si possono apprezzare una selezione di opere fotografiche di Alberto Terrile tratte dal repertorio del trentennale progetto "Nel segno dell'angelo", le "Cartografie Corporali" di Monica Mura, lavori editi e inediti di Filippo Franco Boe, Narcisa Monni e Gianni Nieddu accanto ad altri tratti dalla ricca e poliedrica produzione artistica di Pietro Sedda e di Antonello Fresu. La mostra, con ingresso libero, è aperta ogni giovedì, venerdì e sabato dalle 18 alle 20; visite possibili anche in altri giorni, su prenotazione, per gruppi di almeno quattro persone, telefonando al numero 078353611. Accesso limitato e distanziato, nel rispetto delle norme anti-covid.