L’idea di veicolare la storia della Sardegna come strumento di
promozione del territorio sta forse per diventare realtà. L’iniziativa
“In sos logos de Angioy” messa in campo dall’Istituto Camillo Bellieni
nell’ottica di realizzare un percorso di turismo identitario, potrebbe
essere la base per dare vita a un consorzio di tutela dei luoghi
accomunati direttamente o indirettamente dal passaggio di Giommaria
Angioy durante i moti antifeudali di fine Settecento.
L’obiettivo è quello di mettere insieme sinergie e risorse per grandi
campagne di promozione, di comunicazione e valorizzazione di un
territorio che tocca una gran fetta del nord Sardegna, a partire da
Santu Lussurgiu per arrivare fino a Santa Teresa di Gallura.
In qualità di animatore, l’Is.Be si propone come capofila di un
organismo nel quale avranno la possibilità di interagire diverse
figure, a partire dalle Amministrazioni comunali per arrivare ai
titolari di cooperative, associazioni culturali, professionisti,
operatori commerciali e del settore accoglienza, ristoratori,
produttori, gestori di servizi agroalimentari e tutte le altre
personalità singole interessate a far parte del gruppo.
L’annuncio è stato dato durante il nono appuntamento del percorso
culturale che domenica ha fatto tappa a Ittiri e Uri, permettendo di
scoprire il ruolo chiave di queste due comunità del Coros nelle
avvisaglie della sarda rivoluzione. Le vicende e i personaggi dei due
paesi sono stati evidenziati attraverso le voci guida dello studioso
Antonello Nasone, dell’archivista Stefano Alberto Tedde e
dell’archeologa Giuseppina Ruggiu.
Sono state visitate l’abbazia di Nostra Signora di Paulis, edificata
nel XIII secolo dai monaci cistercensi, dove è stata ricordata la
figura emblematica di Piero Cao, conosciuto come il Padre Bianco. La
comitiva si è poi trasferita all’interno della chiesa di San
Francesco, dove rinfrancata dalla gradevole frescura degli ambienti
interni, ha potuto approfondire la personalità di don Vincenzo Serra,
il più agguerrito antagonista dei feudatari Ledà.
Il confronto fra le due fazioni portò nel 1798 a una pasqua di sangue,
quasi in stile Ok Corral, in un conflitto a fuoco che fece strage tra
le vie del paese. Lo “strumento d’unione” fu invece firmato nei pressi
della chiesa di San Pietro, che è stata anche l’ultima tappa del
percorso mattutino dell’Is.Be.
In serata il gruppo si è trasferito a Uri per visitare i più
significativi monumenti, tra i quali la chiesa di Nostra Signora della
Pazienza e la casa Dettori-Delogu, che fu dimora di Giorgio
Pinna-Mulas, sindaco del paese coinvolto nella rivolta antifeudale
assieme a suo fratello, il viceparroco Giovanni.