Una valigia come una scatola dei sogni è partita nei giorni scorsi
dalla Sardegna per la più importante manifestazione italiana nel campo
dell’editoria. La valigia AES di “Noi e il mondo”. Spezzato il
sigillo, questo scrigno misterioso ha mostrato i suoi tesori d’arte e
letteratura. I tesori di un’isola che – ispirandosi alla celebre
operazione dell’artista Maria Lai, nel centenario dalla nascita –
vuole rivolgere al mondo un forte messaggio di pace e di coesione.
Così l’Associazione Editori Sardi il 9 maggio ha dato il via al ricco
calendario in programma per la 32esima edizione del Salone
internazionale del libro di Torino, mostrando il cuore di una Sardegna
capace di tessere una rete altamente propositiva di relazioni
culturali.
In fase di inaugurazione, l’evento d’arte realizzato dall’AES assieme
a Casa Falconieri, ha fatto emergere libri, colori, stoffe e infine un
lungo e articolato nastro di tela, decorato e corredato di alcuni dei
passi più significativi della storia della letteratura sarda.
Parole tratte dalle opere di Grazia Deledda, Antonio Gramsci,
Francesco Masala e altri grandi scrittori che, nel momento di forte
carica emozionale, sono sembrate quasi riecheggiare nel cuore del
Lingotto.
Il nastro è stato srotolato dalle mani della presidente AES Simonetta
Castia e dell’artista Gabriella Locci, coadiuvate dal direttore
artistico Dario Piludu, per circoscrivere con oltre cento metri di
stoffa l’intera Sala Avorio. Si è ripetuto così un gesto altamente
simbolico già compiuto in un modo simile da Maria Lai, di cui è stato
mostrato un video d’epoca del 1981, mentre legava simbolicamente le
case e il monte del paese di Ulassai con un lungo nastro azzurro, come
segnale contro la “disamistade”.
Ma il momento più emozionante dell’esperienza artistica si è avuto in
serata attraverso una performance partecipata nei più ampi spazi del
Padiglione Oval, dove l’AES ha trovato casa mettendo in vetrina ben
tremila libri e oltre ottocento titoli al fianco dei grandi marchi
dell’editoria libraria internazionale.
Così gli Editori Sardi hanno per così dire “invaso” il Lingotto,
adornando con il lunghissimo nastro gli spazi circostanti il proprio
stand, stimolando curiosità, interazioni e voglia di coinvolgimento
dei presenti. E se da un lato le stoffe ricche di fregi hanno portato
in dote il patrimonio inestimabile dell’isola, al loro fianco sono
stati distesi dei teli bianchi, rivolti al mondo del Salone per
aprirsi al contributo di chiunque, interagendo con i visitatori
chiamati a personalizzarli con la propria testimonianza.
Questa operazione prevede la prosecuzione a Cagliari in autunno.
L’idea è quello di legare simbolicamente Castello, che spesso dà
l’idea di un’isola dentro la città, alla parte bassa di Cagliari.