L’Associazione Internazionale dei Critici Letterari, in collaborazione
con L’Associazione dei sardi di Roma “Il Gremio”, l’Associazione
Salpare e il Fondo VP Sardinia, sabato 23 febbraio, alle 17.00, nella
Sala Italia dell’UnAR Unione delle Associazioni regionali, a Roma,
conferirà la seconda edizione del Premio Tacita Muta per le minoranze
linguistiche, in occasione della Giornata Mondiale della lingua Madre
voluta dall’UNESCO. Introduce e coordina Antonio Maria Masia,
presidente dell’Associazione “Il Gremio”.
Il Premio prende il nome dal libro di Neria De Giovanni, presidente
dell'AICL, “Tacita Muta, la dea del silenzio” (Nemapress), che parla
del mito della Ninfa Lala-Tacita Muta la cui festa, nel mondo romano
cadeva dal 18 al 21 febbraio: soltanto in quella ricorrenza le donne e
gli schiavi potevano dichiarare a voce alta le proprie lamentele
contro il Pater familias.
E proprio il 21 febbraio l’UNESCO ricorda la
Giornata Mondiale per la Lingua Madre, cioè le lingue tagliate, le
lingue minoritarie.
Dietro l'orrore della vicenda di Lala-Tacita Muta si cela una grande
verità: soltanto la lingua, il parlare, ci rende liberi. La poesia è
stata da sempre strumento di libertà nella comunicazione letteraria e,
all’origine, anche forma privilegiata per diffondere saperi filosofici
e religiosi.
Dopo la professoressa Eva Martha Eckkrammer, docente dell'Università
di Mannheim, Premio Tacita Muta 2018 per le sue ricerche sulle lingue
minoritarie delle isole caraibiche, l’edizione 2019 sarà conferita a
Piero Marras, “per il grande contributo alla valorizzazione e
diffusione della lingua sarda attraverso la sua musica, canto e
poesia” come si legge nella Targa istituzionale.
Definire il cantautore sardo grande testimone della cultura e della
identità della Sardegna non è né esagerato, né retorico, accomunato in
questa sua “missione antropologica” agli indimenticabili e sempre
rimpianti Maria Carta e Andrea Parodi.
Come lo stesso Piero Marras ebbe a dichiarare in occasione di un suo
magico concerto notturno ai piedi della reggia nuragica di Santiu
Antine di Torralba: ““La nostra Isola ha mille problemi, ma ha tesori
inestimabili come questo monumento ai piedi del quale ho l’onore
immenso di cantare e parlare. La lingua, sa Limba sarda di cui andare
fieri è un altro dono dei nostri avi da non disperdere, così come
quell’insieme dei codici di comportamento che uniscono e fondono in
comunità custa “zente” (gente) sarda di dentro e di fuori.”
Il 23 marzo, a un mese esatto dal conferimento del Premio per le
lingue minoritarie, il comitato organizzatore del Premio Tacita Muta,
nella settimana UNESCO della poesia, proseguirà, ancora con il Gremio,
in sala Italia UnAR, nell’approfondimento della lingua sarda grazie
alla presentazione del libro di Antonio Maria Masia “Antiga Limba,
poesias e meledos in sas àndalas de sa vida” ( Antica Lingua, poesie e
riflessioni lungo i sentieri della vita, ed. Nemapress, febbraio
2019).