E garantire un maggiore riconoscimento del sardo.
Lo ha presentato il senatore del Movimento 5 Stelle Gianni Marilotti
che lo illustrerà a Cagliari alla presenza del sottosegretario alla
Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega agli affari regionali
e autonomia Stefano Buffagni. All’incontro parteciperà anche il
parlamentare del Movimento Pino Cabras, che presenterà la traduzione
in sardo (ma anche in sassarese, catalano, algherese e tabarchino) dei
quindici punti del programma di Francesco Desogus, candidato alla
presidenza della Regione del M5S. Appuntamento mercoledì 13 febbraio
alle 16 al Centro Exmè di via Antonio Sanna. Insieme a Marilotti,
Cabras e Buffagni, interverranno anche gli esperti di lingua sarda
Antonio Ignazio Garau, Diego Corraine e Massimo Madrigale.
Dopo diciannove anni il parlamento si appresta finalmente a dare il
via libera alla Carta europea delle lingue regionali o minoritarie.
Approvata a Strasburgo il 5 novembre 1992, la Carta era stata
sottoscritta dall’Italia nel 2000 ma da allora non è stata mai
ratificata. Ora un disegno di legge che ha come primo firmatario il
senatore del Movimento 5 Stelle Gianni Marilotti, spiana la strada a
questa importante novità che consentirà di tutelare ulteriormente a
tutti i livelli la lingua sarda, nelle scuole come nelle università
che nella pubblica amministrazione, sia attraverso una adeguata
programmazione nei palinsesti del servizio pubblico che nel web.
“La ratifica della Carta europea è una richiesta che da tempo veniva
avanzata da tutto il movimento linguistico sardo” spiega Marilotti,
“perché garantisce un più ampio riconoscimento del nostro patrimonio
culturale.
Grazie alla ratifica, sarà possibile infatti estendere
ulteriormente l’uso della lingua sarda nella pubblica amministrazione
e nell’ambito dell’istruzione. La ratifica dà infatti più forza alla
legge 482 del 1999 sulle minoranze linguistiche e alla legge regionale
recentemente approvata”.
La Carta è già stata firmata da 33 stati membri del Consiglio d'Europa
e ha come obiettivo quello di promuovere l’utilizzo delle lingue
minoritarie, al fine di salvaguardare l'eredità e le tradizioni
culturali europee, nonché il rispetto della volontà dei singoli di
poter usare tali lingue nell'ambito delle attività pubbliche o
private.