L'evento su un percorso di crescita scientifica e formativa. I
saluti del rettore e del pro rettore, Maria Del Zompo e Micaela
Morelli, di Antonella Rossi, Viviana Fanti, Alberto Masoni e Susi
Ronchi
Una giornata di crescita, ambizioni, timori e coraggio. La scienza
per le donne, le donne per la scienza in una cerimonia che ha tenuto
fede alle promesse: l’aula magna Alberto Boscolo al gran completo, i
docenti attentissimi, la folta platea di teen agers provenienti da
scuole e licei sardi curiosi di capire e bruciare le tappe. La
Giornata internazionale per le donne e le ragazze nella scienza -
ieri, dalle 9 alle 17, in Cittadella universitaria a Monserrato, con i
saluti di benvenuto di Antonella Rossi e Viviana Fanti - ha fatto
ancora una volta canestro.
L’adesione sugli eventi che coinvolgono,
spiegano e includono, con semplicità e chiarezza anche su temi
complessi,
“Ragazze, la società civile ha bisogno di voi. Ha bisogno delle
donne, non lasciamo da soli i nostro colleghi maschietti. Studiamo,
approfondiamo e poi scegliamo assieme. Ma un aspetto è fondamentale:
dovete crederci”. Maria Del Zompo ha messo in fila valori e
sentimenti. “Ero brava in filosofia ma scelsi medicina e per poco mia
madre non svenne. Per fortuna, la convinse mio nonno. Io volevo fare
psichiatria, studiare il cervello. Ecco, vi dico questo perché alla
fine sulle decisioni hanno un ruolo chiave la passione e le
motivazioni: Cercatele trovatele, andateci dietro. Poi può anche
capitare che dopo 400 anni e 60 rettori maschi io sia la prima donna
rettore dell'Università di Cagliari. Ma questo non è normale. Dobbiamo
- ha detto la professoressa Del Zompo - metterci sempre in gioco,
accettare le sfide, puntare a raggiungere i vertici.
Dunque, amate la
scienza e proponetevi di più affinché sia normale che una donna arrivi
in alto. Fate vivere i vostri sogni, tirateli fuori”. Il passaggio
coglie anche altri aspetti. “La società ha molto bisogno dei vostri
contributi, di voglia di crescere ed equilibrio. Servono donne in
gamba per fare bene le cose, mica per gestire il potere. E sappiate
che è tutto nelle vostre mani. Non sprecate energie pensando a fortuna
e sfortuna. Lavorate sodo per abbattere la mediocrità, che non ha mai
pagato e non pagherà mai”. Il rettore ha chiuso ampliando lo scenario:
“La vita associa e combina diversi interessi. Serviranno maniche
rimboccate e quel che conta è un fattore: dovete esserci sempre, senza
mai mollare. Solo così si cresce. In bocca al lupo”.
Con una brillante relazione sulle prime donne scienziate (“Vedete
questa foto? Risale al 1927 ed è scattata a Bruxelles. Si tratta degli
scienziati partecipanti alla conferenza internazionale Solvay. Quel
che colpisce è la presenza di una sola donna: Marie Curie”) Micaela
Morelli ha elencato alle future universitarie una serie di step da non
fallire. “Ricordate sempre che la scienza necessita di gioco di
squadra.
Per noi docenti si tratta di trasmettere ai più giovani quel
che sappiamo, di dare e prendere dalle nuove generazioni che ci
aiutano a capire come il mondo cambi. Voi offrite flessibilità e
visioni diverse, per noi è importante capire e intuire”. Il pro
rettore per la Ricerca scientifica dell’Università di Cagliari,
accelera: “Le opportunità capitano, sono belle e interessanti. Ma
tutto richiede sacrifici e le difficoltà rendono le cose di cui vi
occuperete sempre più motivanti. Su questi sentieri si cresce e si
riflette”. La professoressa Morelli ha concluso citando lo scalatore
Simone Moro: “Dice bene quanto rimarca che non c’è tempo per gli
alibi, ma c'è sempre spazio ed energie per realizzare sogni e
obiettivi. La motivazione personale è basilare e sarà il segreto del
vostro successo”.
A seguire, è intervenuto Alberto Masoni. Il
direttore della sezione di Cagliari dell’Istituto nazionale di fisica
nucleare, ha rilanciato un aspetto: “Il nostro istituto coordina a
livello nazionale il progetto europeo Genera, teso proprio alla
promozione delle uguaglianze di genere nella ricerca scientifica.
Abbiate passione e costruitevi competenze forti. Poi, qualcosa accade.
Come, ad esempio, che il direttore generale del Cern di Ginevra,
finito poi sulla copertina del Time, sia una donna: Fabiola Gianotti.
Ragazze, metteteci passione”.“Lo spazio che i media in Italia dedicano alle donne è del 18 per
cento”. Un numero che equivale a una sassata. Capace di infrangere
storie di professionalità sociale, scientifica e civile messe in campo
quotidianamente dal mondo in rosa. Susi Ronchi, responsabile isolano
dell’associazione Giulia giornaliste (“In Sardegna siamo in oltre
cinquanta, siamo il gruppo più folto in Italia e ci battiamo per le
questioni di genere”), taglia corto: “Il dato pessimo sulla visibilità
mediatica femminile ci permette di capire tante cose. Ci dipingono
come non in grado di poter fare certe scelte o magari insistono su
stereotipi quali quello sulle che ragazze non si mettono in gioco di
fronte a percorsi difficili”. Una pausa, la sala che tiene il fiato.
“Invece, sono i media a non essersi evoluti, a stare ancora un passo
indietro”. Susi Ronchi, già cronista Rai, cita un sondaggio Microsoft
su scala europea. “Dopo aver interpellato le studentesse tra gli 11 e
i 17 anni, si scopre che il 68 per cento dice di voler fare scienze.
Ma un anno dopo, quando si deve scegliere il corso universitario, c'è
la fuga dalle facoltà scientifiche. E sapete perché? Perché temono che
la scelta non dia le stesse opportunità a uomini e donne. Invece - ha
concluso la numero uno di Giulia - vi dico che ce la potete fare e
dovete sentirvi sempre all'altezza”.
Promosso nell’ambito del Piano lauree scientifiche (Pls), i corsi che
hanno promosso la “Giornata” fanno capo agli specialisti Paolo Follesa
(Biologia e biotecnologie), Antonella Rossi e Marzia Fantauzzi
(Chimica), Carlo Maria Carbonaro, Alessia Zurru e Viviana Fanti
(Fisica), Stefania Da Pelo e Maria Teresa Melis (Geologia), Daniele
Riboni (Informatica), Paola Piu (Matematica) e Susanna Salvadori
(Scienze ambientali e naturali). L’11 febbraio è la data scelta
dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite per promuovere
l’uguaglianza di genere e far sì che le donne e ragazze ottengano
parità di accesso e partecipazione nella scienza. Un fronte su cui
l’ateneo si batte con energia. In Cittadella la Giornata si dispiegata
anche nei laboratori e nelle aule.