Il Gruppo di Intervento Giuridico chiede il ripristino ambientale a Platamona

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  Nelle scorse settimane la Pineta costiera di Platamona, sul litorale di Sorso (SS), è stata teatro di uno scempio ambientale di considerevoli dimensioni.

  Come ricostruito dal Corpo forestale e di vigilanza ambientale, “il progetto complessivo del piano di gestione selvicolturale pluriennale, prevedeva diradamenti finalizzati alla conservazione, manutenzione e miglioramento del popolamento forestale del pino domestico, da attuarsi attraverso il prelievo di una parte minoritaria del soprassuolo forestale. L’attività era stata autorizzata dal Corpo forestale e dal SAVI (Servizio di valutazione ambientale), secondo le previsioni progettuali e prescrizioni ben precise. Prescrizioni, completamente e gravemente disattese dalla ditta esecutrice dei lavori”.

  Eppure, “nel corso delle attività di controllo, eseguite nella giornata del 13 c.m, il personale del Corpo forestale ha riscontrato gravissime difformità rispetto a quanto autorizzato. In particolare per quanto attiene al numero delle piante abbattute e ai conseguenti quantitativi di legname. Secondo una prima stima, rispetto a quanto previsto in progetto, sarebbero state abbattute piante per un equivalente in peso quasi doppio, su una superficie di circa 20 ettari.

  Inoltre, non sarebbero state rispettate le linee di indirizzo relative all’accantieramento dei lavori, con l’uso improprio dei mezzi nel sistema dunale per favorire il passaggio e l’esbosco e la mancanza totale di una direzione dei lavori”.
L’area di Platamona è tutelata con specifico vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), mentre la fascia dei mt. 300 dalla battigia marina è tutelata con specifico vincolo di conservazione integrale (art. 10 bis della legge regionale n. 45/1989 e s.m.i.).

  Rientra, inoltre, nel sito di importanza comunitaria – SIC ITB010003 “Stagno e ginepreto di Platamona”, ai sensi della direttiva n.92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali, della fauna e della flora. Nel piano paesaggistico regionale (P.P.R.) – 1° stralcio costiero, promulgato con Decr. Pres. R.A.S. 7 settembre 2006, n. 82 l’area è classificata “Sistemi a baie e promontori, falesie e piccole isole”, con previsione di conservazione integrale degli ambienti naturali. L’area sotto sequestro preventivo risulta estesa circa 20 ettari, entro la proprietà di complessivi 274 ettari della società di gestione immobiliare Accademia SGR (Gruppo Banca del Sempione).

  C’è, comunque, qualcosa che le amministrazioni pubbliche competenti (Ministero per i beni e attività culturali e il turismo, Regione autonoma della Sardegna, Comune di Sorso) possono fare fin da subito per cercare di riparare il pesante danno ambientale: ordinare il ripristino ambientale a carico e spese dei trasgressori (art. 167 del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.): il GrIG ha, pertanto, inoltrato (26 gennaio 2021) una specifica istanza di accesso civico, informazioni ambientali e adozione dei provvedimenti di ripristino ambientale alle Amministrazioni pubbliche competenti, alla polizia giudiziaria e, per competenza, alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sassari.

  Oltre 38 mila cittadini hanno già sottoscritto la petizione per la salvaguardia delle coste sarde,  per il mantenimento dei vincoli di inedificabilità costieri, i vincoli di inedificabilità nella fascia dei 300 metri dalla battigia marina, stabiliti dalle normative vigenti e dalla disciplina del piano paesaggistico regionale (P.P.R.). Migliaia e migliaia di cittadini chiedono a gran voce una scelta di salvaguardia ambientale, una scelta per preservare il futuro, una scelta di civiltà. Una scelta di civiltà come il ripristino ambientale da realizzare a Platamona.