"Cambia il nome della società, ma l’obbiettivo rimane lo stesso:
realizzare un albergo con alcune decine di villette in uno dei siti
più suggestivi e incontaminati dell’isola di Sant’Antioco, la spiaggia
di Coa ‘e Cuaddus ".
Lo sostiene un documento di Italia Nostra Sardegna che ricostruisce
l'intera vicenda.
" È dal lontano 2010 che la Gead immobiliare srl, rappresentata da un
imprenditore del territorio, - scrive ItaliaNostra Sardegna - ha
deciso di dare l’assalto alla costa di Coa ‘e Cuaddus nell’isola di
Sant’Antioco presentando un improponibile progetto per la
realizzazione di un cosidetto “centro termale”, in pratica un
residence turistico a poca distanza dalla spiaggia; poco importa se
l’area è tutelata sotto il profilo paesaggistico, se è all’interno di
un Sito di Importanza Comunitaria e di una Zona di Protezione Speciale
per la tutela della biodiversità, se l’insediamento è in aperto
contrasto con il PUC del comune di Sant’Antioco e dello stesso Piano
Paesaggistico Regionale.
Il progetto procedeva spedito, la stessa
amministrazione comunale di Sant’Antioco, di allora, lo aveva fatto
proprio e sembrava quasi che non ci fossero ostacoli alla
inarrestabile volontà dell’imprenditore di superare qualsiasi Piano,
impedimento o norma.
È stato necessario l’intervento del Direttore generale della
pianificazione urbanistica della Regione Sardegna, che ne ha
dichiarato l’inammissibilità per incompatibilità col PPR. Parere
negativo supportato poi da due successive sentenze del Consiglio di
Stato: dell’8 giugno 2016 e del 11 ottobre 2017.
Non pago, l’intraprendente imprenditore torna alla carica in questi
mesi e chiede all’Assessorato Regionale dell’Industria una concessione
mineraria, per una superficie di 595 Ha e un perimetro di 11,4 km, per
emungere acqua minerale per la balneo-fangoterapia da distribuire poi
a “tutti gli operatori presenti sul territorio, privilegiando le
strutture curative”, si legge nella relazione tecnicoscientifica che
accompagna la richiesta.
L’aspetto poco chiaro della richiesta consiste nella riproposizione,
ancora una volta, dell’agognato Centro Termale e Benessere.
Stessi rendering, stessa area, stessa proposta progettuale decisamente
bocciata anni fa. Insomma stesse strutture e infrastrutture
incompatibili e comunque irrealizzabili in un’area protetta e nella
fascia costiera. Per questo motivo Italia Nostra Sardegna ha in questi
giorni presentato motivate Osservazioni al Servizio attività
estrattive dell’Assessorato Regionale dell’Industria e al sindaco di
Sant’Antioco per chiedere l’improcedibilità dell’istanza per manifesta
inammissibilità e il rigetto della richiesta di concessione mineraria
denominata “Coaquaddus” in una vasta area agricola e di tutela
ambientale del comune di Sant’Antioco, avanzata dalla soc. Reno srl.