L’annuncio arriva direttamente dai medici dell’Ospedale didattico
veterinario dell’Università degli Studi di Sassari, che si stanno
occupando di lui dal 2 aprile.
Due settimane di passione e di cure che a dir la verità non si sono
ancora concluse. “Ci vorranno ancora 2-3 settimane di trattamento, in
particolare per le ustioni”, spiega la Direttrice sanitaria della
struttura, la professoressa Maria Lucia Manunta. Quando Fuego è
arrivato in ospedale, praticamente su ogni parte del corpo aveva
estese bruciature, frutto della cattiveria umana: sull’inguine, sul
dorso, sul naso e sulle orecchie; il fuoco ha anche cancellato i suoi
baffi.
Grazie alla collaborazione degli specialisti del Centro Ustioni
dell’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari, che lo seguono fin
dall’inizio, molte ustioni si stanno risolvendo: sull’inguine è già
comparso il tessuto cicatriziale, e così piano piano sul resto del
corpo. La zona più critica è il collo, ma nel complesso le condizioni
sono stabili e i miglioramenti sono evidenti.
“Reagisce bene alle terapie e ogni giorno fa un passo in più verso la
guarigione. Ormai si alimenta da solo e fa brevi passeggiate nel
giardino dell’ospedale. Continuiamo con i liquidi, gli antibiotici e
gli analgesici, ma riducendo gradualmente le dosi”.
Il meticcio,
giovane adulto di circa un anno, è completamente avvolto in un
bendaggio che serve a far penetrare le pomate nella pelle e che
contribuisce a scaldarlo. Uno degli effetti collaterali è infatti il
freddo percepito dall’animale: “E' come se fosse nudo”, affermano i
veterinari.
Sulla gabbietta di Fuego, oltre al foglio delle terapie compilato
meticolosamente, compare una bustina di “caramelle”, crocchette
sfiziose che il cagnolino ha ricevuto in dono nel corso di una
avvincente gara della solidarietà che continua tuttora. “Tantissime
persone ci chiedono come possono contribuire, e noi diciamo che
bastano pomate cicatrizzanti e un po’ di cibo”. Eppure c’è chi vuole
fare di più: offrire un contributo in denaro e adottare Fuego.
I contributi volontari in denaro vengono raccolti attraverso una
specifica raccolta che l’Università di Sassari – nel rispetto della
normativa vigente - ha aperto anche per potenziare le attività di
didattica e di ricerca del Dipartimento di Medicina Veterinaria
dell'Ateneo.
Numerosissime le richieste di adozione provenienti da tutta Italia: è
stata superata da poco quota 80 e si viaggia verso il 100. “Se i
fortunati fossero persone di questa zona, ci sarebbe il vantaggio di
poter continuare a monitorare l’animale anche dopo l’adozione. Ma non
decideremo noi: questo aspetto è gestito dal Comune di Sassari al
quale stiamo trasmettendo i nominativi degli interessati”.
Per coloro che non riusciranno ad accogliere Fuego, tuttavia, il
messaggio è chiaro: “Ci sono altri animali bisognosi di affetto e di
cure”. Per esempio, c’è Prima, una cagnolina meticcia di pochi mesi
completamente bianca, vittima di un investimento che pareva averla
uccisa finché non ha prevalso l’istinto per la vita, sostenuto dalle
competenti cure dei medici, degli specializzandi, degli studenti e
delle studentesse che arrivano da tutta Italia a Sassari per studiare
Medicina veterinaria.
Non solo Fuego, dunque, perché purtroppo il mondo degli animali
maltrattati è vasto. Ma per fortuna anche l’universo di chi vuole
aiutarli è in continua espansione.