Nei giorni scorsi l’Assessore regionale della difesa dell’ambiente
Donatella Emma Ignazia Spano lodava i risultati della Sardegna nella
raccolta differenziata dei rifiuti: l’Isola è sesta nella classifica
nazionale della raccolta differenziata, con il 63% di raccolta
differenziata rispetto ai rifiuti prodotti, dopo il Veneto (al 72,9%),
il Trentino Alto Adige, la Lombardia, il Friuli e l’Emilia Romagna.
Tutto questo è molto bello, ma non tiene minimamente conto di una
realtà diffusissima in tutta la regione, l’abbandono dei rifiuti.
Fra i tanti, innumerevoli casi, c’è la strada provinciale n. 63,
presso Mores (SS), letteralmente disseminata di rifiuti di vario
genere.
Dietro segnalazioni di cittadini, il Gruppo d’Intervento Giuridico
onlus ha inviato (24 novembre 2018) una specifica richiesta di
informazioni ambientali e adozione dei provvedimenti di bonifica per
eliminare uno scempio con evidenti problematiche di rischio sanitario.
Coinvolti il Comune di Mores, il Corpo forestale e di vigilanza
ambientale, i Carabinieri del N.O.E. di Sassari, informata la Procura
della Repubblica presso il Tribunale di Sassari.
Come noto, infatti, l’abbandono ed il deposito incontrollato di
rifiuti sul suolo, nel suolo, nelle acque superficiali e sotterranee
sono vietati dall’art. 192 del decreto legislativo n. 152/2006 e
successive modifiche ed integrazioni: il sindaco competente dispone
con ordinanza a carico del trasgressore in solido con il proprietario
e con il titolare di diritti reali o personali sull’area la rimozione
dei rifiuti ed il ripristino ambientale.
Trascorso infruttuosamente il
termine assegnato, provvede d’ufficio l’amministrazione comunale in
danno degli obbligati.
Magari con un’analisi, anche non particolarmente approfondita, è
possibile risalire a chi ha abbandonato almeno una parte dei rifiuti.