L'iniziativa, organizzata dal Comitato No Metano Nord-Sardegna si
svolgerà sabato 13 ottobre alle ore 17:30 presso la sala parrocchiale
della Chiesa di San Cristoforo, Piazza Don Pittalis, La Corte,
Sassari.
Interverranno: Paola Pilisio No Metano Nord-Sardegna, Laura Cadeddu No
Metano Sud-Sardegna, Dott. Domenico Scanu Presidente ISDE Sardegna,
Piero Loi giornalista.
L’incontro sarà il primo di una serie di appuntamenti che toccheranno
altre tappe, per dire No alla metanizzazione dell’Isola, progetto
nocivo e foriero di nuove servitù e sì ad un nuovo corso energetico –
da stimolare anche attraverso incentivi e agevolazioni fiscali –
basato sull’autoconsumo e la generazione distribuita da fonti
rinnovabili rispetto agli impianti di grossa taglia.
Solo in questo modo sarà possibile creare reale valore aggiunto ad
impatto prossimo allo zero.
E una reale indipendenza energetica per
cittadini ed aziende.
Questo della metanizzazione per l’Isola è un programma titanico, che
consideriamo figlio di un rivendicazionismo fuori dal tempo e della
solita politica eterodiretta ad appannaggio di terzi che farà della
Sardegna un hub del metano al centro del Mediterraneo.
Queste sono le ragioni dei nostri no:
No perché ci sono anche ragioni di carattere ambientale e sanitario.
Sebbene il metano sprigioni meno CO2, giova ricordare che si tratta di
un gas serra 25 volte più efficiente della CO2 incompatibile con le
indicazioni emerse durante la Cop21 tenutasi a Parigi nel 2015.
No perché non migliorerà la già grave situazione del riscaldamento
climatico, problema che non è in cima all’agenda del presidente
Francesco Pigliaru. Piuttosto, rivela la crisi programmatica e
progettuale dell’“élite” al momento al governo della Regione.
No perché non abbatterà il prezzo dell’energia elettrica e no perché
esistono altre fonti sostenibili per produrre energia termica.
No perché l’obiettivo di soddisfare il fabbisogno energetico
dell’Isola attraverso le rinnovabili è a portata di mano. A meno che
non si voglia continuare ad utilizzare la Sardegna come una
piattaforma energetica il cui tubo di scarico è puntato sulla
popolazione sarda
Il Problema è come sempre politico: si continuano a fare scelte sul
presente, senza valutare le ricadute di queste opere titaniche, per
atro enormi, sulle ricadute nel futuro.